Duro attacco del ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia alla Rai.

Tema dell'affondo, il modo in cui la tv di Stato ha trattato le vicende legate all'ondata di maltempo che ha colpito l'Italia: "Le tv locali hanno fatto quello che dovrebbe fare normalmente il servizio pubblico. Hanno raccontato l'alluvione e le sofferenze di Venezia facendo un servizio pubblico che dovrebbe fare la Rai. Così come è accaduto in Puglia, e stesso discorso si può fare per la stampa locale".

Un vero e proprio elogio all'informazione locale, a discapito di una Rai i cui "manager e direttori di rete sono lì a Roma a litigare su produzioni milionarie di programmi spesso inutili, o su appalti la cui genesi lascia basiti".

Ancora: "A quei ragazzi che rappresentano le difficoltà dei giovani professionisti di oggi precari e a quelle imprese noi dobbiamo una risposta: non solo alle tv, anche ai giornali locali e ai siti giornalistici che raccontano i nostri territori".

"L'attuale assetto del servizio pubblico - attacca il ministro - non è più accettabile. Si impone una discussione laica e profonda sulle finalità del canone". Quindi la proposta: "Il 10% del canone Rai vada a sostegno del pluralismo dell'informazione oggi assicurata da tv locali, giornali e siti locali".

LA REPLICA DEL CDR - "Attacco scomposto e fuori luogo, accuse infondate e inaccettabili", così risponde il coordinamento dei cdr Rai Veneto e Puglia.

"Senza nulla togliere al ruolo dell'informazione locale privata che svolge il proprio compito con impegno, respingiamo al mittente queste diffamanti dichiarazioni. Si tratta di una polemica strumentale: sia in Veneto che in Puglia i colleghi della Tgr hanno raccontato in maniera tempestiva il disastro che si stava consumando in tutti gli spazi di palinsesto che sono concessi all'informazione dal territorio", si legge nel comunicato del cdr.

Ancora: "Se il ministro vuole contestare l'attuale management Rai non lo faccia calpestando e infangando il nostro lavoro, e soprattutto non dimentichi che i vertici cui rivolge le sue critiche sono gli stessi le cui nomine vengono troppo spesso decise dalla politica".

Infine, sulle risorse da destinare ai media locali: "Il ministro fa finta di non sapere che il fondo per il pluralismo dell'informazione è già finanziato dall'extra-gettito del canone. E ricordiamo ancora una volta che dei 90 euro di canone, il più basso d'Europa, solo 74 vengono girati alla Rai, lo Stato trattiene ben 340 milioni di euro".

(Unioneonline/L)
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