La maggioranza che appoggia il governo Draghi si spacca sul tema dell’energia nucleare.

Lega, Forza Italia e Italia Viva stanno rilanciando in questi giorni la necessità di un ritorno dell’Italia all’energia atomica, mentre Pd, Movimento 5 Stelle e Leu sono contrari, fedeli al mandato dato nel 1987 e poi nel 2011 dai referendum con cui gli italiani hanno detto no alla possibilità di sviluppare nuove centrali sul territorio nazionale.

La vexata quaestio, però, è tornata d’attualità, con il leader leghista Matteo Salvini che si è detto anche pronto anche a promuovere un nuovo quesito referendario proprio per il ritorno dell'Italia al nucleare, visto come possibile deterrente al continuo aumento delle bollette. 

Dal canto proprio, Giuseppe Conte, presidente del M5S, ha chiesto all’esecutivo di “prendere atto" che il partito con il gruppo parlamentare più nutrito della maggioranza – i 5 Stelle appunto – è contro il nucleare, anche quello pulito, e vuole che l'Italia si opponga alla scelta dell'Ue di inserirlo tra le fonti sostenibili.

Il ministro Roberto Cingolani si era detto favorevole alla ricerca sul nucleare pulito, specificando però che è sul gas naturale che deve puntare l'Italia, dopo aver chiuso le sue centrali nucleari. Ma Salvini chiede impegni precisi da parte di Draghi.

"Asse Pd-5Stelle per frenare lo sviluppo del Paese e far pagare agli italiani le bollette più care d'Europa. I reattori attivi nel mondo sono ormai ben 542, oltre 100 solo in Europa, oltre 50 solo in Francia: Draghi con chi sta? Col passato o col futuro?", si è chiesto e ha chiesto polemicamente l’ex ministro dell’Interno sui social.

(Unioneonline/l.f.)

© Riproduzione riservata