Il governo non risponde, e allora la Regione disubbidisce. Nella manovra finanziaria per il 2019 la Giunta ridurrà di 285 milioni la quota di accantonamenti, ossia le somme che lo Stato pretende dalle regioni come contributo al risanamento del debito pubblico.

Lo ha annunciato il governatore Francesco Pigliaru: una scelta unilaterale dal forte rilievo politico. Da tempo la Regione ritiene eccessiva la propria quota di accantonamenti e ne chiede una riduzione, ma né i governi del centrosinistra né quello attuale hanno concesso alcunché.

Da qui la decisione di negare una parte di quelle cifre: alla fine la Sardegna verserà nel 2019 un contributo di 250 milioni, anziché i 754 reclamati dallo Stato (già negli anni scorsi la Giunta aveva negato un'altra parte degli accantonamenti, impugnando la legge di stabilità nazionale).

"Non è un atto contro l'attuale governo", ha precisato Pigliaru, "ma un passaggio necessario per arrivare a una trattativa. Anche la Sardegna deve contribuire al risanamento, ma chiediamo che questo avvenga sulla base di regole certe e concordate. Riteniamo che quei 285 milioni non siano più dovuti, e per questo non li pagheremo".

È prevedibile che il governo impugni la Finanziaria regionale per via di questa decisione, ma la Giunta si dice certa di vincere un eventuale contenzioso davanti alla Corte costituzionale.

Giuseppe Meloni

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