La lettera sull'insularità scritta a sei mani dal presidente della Corsica Gilles Simeoni, quello della Baleari Francina Armengol e il nostro ormai ex governatore Francesco Pigliaru è sul tavolo delle massime cariche istituzionali europee.

È stato Simeoni in persona ad inviarla al Presidente della Commissione Jean Claude Juncker, quello del Parlamento Antonio Tajani e quello del Consiglio Donald Tusk. Il documento era già stato presentato al Comitato delle Regioni di Bruxelles lo scorso 5 febbraio, inviato ai governi nazionali e consegnato alla Commissaria Ue per le Politiche regionali, Corinna Cretu.

I tre presidenti rivendicano maggiore attenzione sul fronte dell'insularità, chiedono che le tre isole vedano riconosciuta la loro situazione di svantaggio strutturale con l'applicazione dell'articolo 174 del TFUE (Trattato di Funzionamento dell'Unione Europea).

"Come presidenti delle Regioni Corsica, Sardegna e Isole Baleari - scrivono Simeoni, Pigliaru e Armengol - abbiamo inviato ai primi ministri dei nostri Stati di appartenenza una lettera per segnalare l'esigenza di adottare, nella produzione legislativa europea da cui deriva gran parte della normazione interna, dispositivi normativi specifici, calibrati sulle sfide dei territori insulari".

L'auspicio è di ottenere il sostegno delle istituzioni europee in questa battaglia.

In un contesto di "scetticismo o disaffezione rispetto alla cuasa europea", sentimento "alimentato dalle crescenti diseguaglianze sociali e disparità nei livelli di sviluppo dei territori", diventa "ancora più urgente la necessità di rinnovare il patto sociale tra cittadini e istituzioni, affinché non venga messa in discussione l'integrazione europea".

I presidenti chiedono la "piena applicazione" dell'articolo 174 del TFUE, che richiama a uno sviluppo "armonioso" dell'Unione e al principio di solidarietà verso quelle regioni che stanno indietro.

"Le regioni insulari - spiegano - soffrono di svantaggi strutturali, naturali e permanenti che si traducono in fallimenti di mercato e diseconomie di scala che configurano un vero e proprio costo di cittadinanza. E la situazione è resa ancor più critica dall'isolamento dalla piattaforma continentale e la maggiore distanza dai centri economici e amministrativi".

"Lo scenario normativo e programmatico post 2020 - è la conclusione - non lasci indietro i territori insulari".

(Unioneonline/L)
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