Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha riunito in serata ministri ed esperti per fare il punto sulla situazione Covid soprattutto dopo l'allarme varianti. Oltre il 30% delle infezioni in Italia è ormai dovuto a quella inglese e a metà marzo sarà predominante in tutto il Paese, hanno detto gli esperti di Iss e Cts.

Bisogna dunque trovare un compromesso tra "aperturisti" e "rigoristi" in vista del nuovo provvedimento che dovrà sostituire il dpcm firmato da Giuseppe Conte in scadenza il 5 marzo: l'idea sarebbe quella di coinvolgere maggiormente il Parlamento e non si esclude dunque la strada del decreto. Il provvedimento sarà varato nei prossimi giorni, bisognerà almeno attendere il monitoraggio di venerdì prossimo.

Tra i convinti aperturisti anche il leader della Lega Matteo Salvini ma il ministro della Salute Roberto Speranza e gli esperti del Cts frenano: "Abbiamo rappresentato al presidente del Consiglio i dati e i numeri, noi siamo prudenti, ma non abbiamo descritto una situazione di catastrofe imminente - ha detto Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, al termine della riunione -. Non abbiamo parlato di riaperture, se ne parlerà in un'altra occasione".

Venerdì ci sarà il nuovo monitoraggio, "poi vedremo", ha aggiunto, anche se lo scenario di una zona arancione nazionale, ventilata da qualcuno, sembra tuttavia restare al momento solo un'ipotesi.

IL FACCIA A FACCIA - Intanto a quanto si apprende il presidente del Consiglio Mario Draghi ha chiesto un faccia a faccia con Matteo Salvini: il momento è delicato, la bilancia delle misure anti-Covid va equilibrata con la massima attenzione e lo stesso equilibrio è opportuno anche nei toni della politica, è la sintesi del suo ragionamento.

Ambienti di governo spiegano come il premier abbia esposto al leader della Lega un generale invito alla prudenza anche perché le problematiche sono più complesse rispetto a quelle registrate da alcuni settori della politica.

Salvini in risposta ha assicurato massima serietà e attenzione al dossier, sottolineando l'esigenza di indicazioni chiare e puntuali da parte del Cts. Il leader della Lega, spiegano fonti del partito, si è detto d'accordo su restrizioni circoscritte laddove i contagi raggiungano numeri preoccupanti ma ha spiegato di ritenere ragionevole l'apertura controllata di bar e ristoranti laddove il virus è meno aggressivo. I toni, continuano fonti della Lega, sono stati cordiali e collaborativi. E a Palazzo Chigi, spiegano sempre fonti dell'esecutivo, pare abbiano apprezzato i toni usati da Salvini dopo il vertice.

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata