«Ora sono molto proiettata verso il futuro e impaziente di essere finalmente liberata per iniziare una nuova fase della mia vita».

A parlare, in un'intervista alla Stampa, è Ilaria Salis, l'attivista di origine sarda detenuta per 15 mesi a Budapest ed eletta europarlamentare con Avs.

«Sto trascorrendo queste giornate preparandomi per il lavoro che mi aspetta al Parlamento europeo - dice Salis, ancora ai domiciliari in Ungheria - Non vedo l'ora di iniziare. Voglio mettere al centro della mia azione la tutela dei diritti fondamentali della persona. Voglio dedicarmi a sostenere uomini, donne e bambini vittime di ingiustizie, sfruttamento, violenze, guerra, povertà e discriminazioni».

Salis parla anche della sua reazione dopo aver saputo di essere stata eletta: «Mi sono commossa ed emozionata. Molto. L'aspetto più importante che questa vicenda ha dimostrato è che adesso sappiamo che la solidarietà è una forza collettiva e coraggiosa che può davvero cambiare il mondo».

«L'antifascismo – continua Salis - è sicuramente il valore politico più forte e rilevante che emerge da questa vicenda, almeno per me. Essere antifascisti vuol dire lottare contro tutte le oppressioni e assumersi la responsabilità storica della lotta per la libertà nell'uguaglianza dei diritti».

(Unioneonline)

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