Aveva detto che «il presidente Solinas ha lavorato bene, ma è presto per decidere se sarà ricandidato», fra due anni. Poi ha aggiustato il tiro: «Solinas è il Piano A: con lui stiamo governando bene e governeremo ancora meglio». Se però c’è un «Piano A”, si potrebbe intendere che c’è anche, e almeno, quello B e questo non è stato apprezzato. Dario Giagoni, 43 anni, ozierese, geometra libero professionista, coordinatore regionale della Lega e consigliere regionale (poco meno di 1.500 preferenze), taglia corto: «Nessun Piano B, C o D: intendevo dire che il presidente della Regione ha governato bene assieme al Consiglio, che ha portato a casa leggi importanti tra cui il sostegno alle categorie maggiormente colpite dal Covid.

Allora, Solinas è il piano A senza piano B?

«È esattamente così».

È vero che l’hanno chiamata dalla Lega nazionale, forse Salvini, per risolvere l’incidente diplomatico?

«Non mi ha chiamato nessuno: ne ho parlato soltanto con il presidente Solinas e ci siamo intesi perfettamente».

Non sarà che la Lega teme danni dal rimpasto?

«No, perché? A Solinas ho detto che i nostri assessori hanno lavorato bene: di fronte al Covid, la Sardegna ha messo in campo risorse maggiori rispetto ad altre Regioni che hanno portafogli più ricchi».

Per Oppi la Lega ha troppo e il sardista Mula chiede di far fuori il vostro assessore alla Sanità, Mario Nieddu.

«Queste polemiche non interessano alla Lega, figuriamoci ai sardi che, invece, chiedono risposte. Ognuno guardi al proprio orticello, faccia autocritica e si confronti: siamo pronti. Peraltro, non incontro mai alcun Winston Churchill nei corridoi della Regione. Nieddu ha fatto un gran bel lavoro e i fatti lo dimostrano».

Il rimpasto.

«Ho già detto che gli assessori leghisti hanno lavorato bene. Più in generale, la sostituzione di un assessore costa sei mesi di ambientamento e altri sei per rilanciare la macchina, e ci troveremmo in campagna elettorale fra inutili ritardi. Ho segnalato a Solinas il pericolo di rallentare un sistema avviato. Abbiano di fronte due anni di lavoro e serve una marcia in più: la guerra russo-ucraina ha contraccolpi su agricoltori e allevatori sardi, in sofferenza per le stangate su gasolio agricolo, mangimi e concimi. E i premi dell’Ue corrisposti da Argea sono in ritardo. Altro che rimpasto».

La Giunta, la soddisfa?

«Non do voti, quelli spettano agli insegnanti. Dico volentieri che si è impegnata tantissimo, ma nei restanti due anni dev’essere super efficiente. Dovrebbe uscire un po’ dal palazzo e andare tra la gente, ascoltare i problemi dei sardi, che altrimenti sfuggono. In politica non deve preoccupare l’opposizione, che critica perché quella è la sua parte: mi preoccupa che la pandemia ha sottratto il contatto tra Giunta e cittadini, e se non si torna tra la gente il prossimo vincitore delle elezioni sarà l’astensionismo».

Continuità territoriale: per l’opposizione siete inefficienti e fortunati.

«Quando si perde, ci si arrabbia sempre con l’arbitro o per la fortuna dell’avversario. Non sarà invece che abbiamo giocato bene la partita con un’Ue molto rigida e che anche i gol segnati al 90’ sono validi?».

Avete due anni per completare il programma.

«I sardi aspettano di vedere realizzate le nostre promesse fatte in campagna elettorale. Tra queste, la riforma urbanistica e il Piano casa. Poi c’è il tema dell’energia: i sardi, famiglie e imprese, devono poter autoprodurla con i pannelli fotovoltaici, perché le tariffe sono ormai penalizzanti. L’energia carissima ci azzoppa in quanto isola, il trasporto incide sui prezzi dei beni».

Giunta perfetta, va tutto bene?

«Non siamo presuntuosi, ma il Covid ci ha molto ostacolati. Ritengo che Giunta e Consiglio dovrebbero coordinarsi meglio tra loro, a volte sono lontani: migliorare il raccordo in Aula consentirebbe di risolvere i problemi dei sardi meglio e più rapidamente».

Luigi Almiento

© Riproduzione riservata