Stanca, sì: provata dal poco sonno e dall'altalena dei risultati parziali che hanno scandito per tutta la notte un testa a testa con Paolo Truzzu e dispiaciuta per esserne uscita con 1.582 voti in meno dell'avversario (il 2,3 per cento). Così appariva ieri mattina Francesca Ghirra.

Non rassegnata, però. Anzi, al contrario: determinata a dare battaglia.

Chiederete una verifica sullo spoglio. Avete notizia di annullamenti strani di schede?

"Abbiamo segnalazioni di alcuni presidenti di seggio che hanno avuto difficoltà a interpretare la volontà degli elettori in alcuni casi di voto disgiunto ma anche di preferenze".

Faccia un esempio.

"Sulla scheda elettorale, sotto il mio nome, c'erano i simboli delle liste che mi hanno sostenuto. La prima era SìAmo Cagliari, nel cui simbolo c'è la scritta "Ghirra" bella grande: la lista ha avuto il 40 per cento del voto in testa, cioè solo la croce sul simbolo. Bene: diversi elettori, soprattutto anziani, hanno scritto un po' dove capitava il nome del consigliere che intendevano votare, a volte accanto alla lista sbagliata. Questi voti sono stati annullati. Ma quando la volontà dell'elettore di votare una coalizione è chiara, il voto dovrebbe essere riconosciuto al candidato a sindaco".

A un certo punto della notte era oltre il 50 per cento: ci ha creduto?

"Ambivamo a farcela al primo turno ma ci sembrava più verosimile l'ipotesi di arrivare al ballottaggio. Sono comunque soddisfatta: 32.351 voti, visto il vento di destra, dicono che Cagliari ha avuto otto anni di buona amministrazione".

Quanto è pesato sul voto il fattore rifiuti?

"Credo parecchio. Tanti cittadini lamentavano disagi oggettivi, legati alla mancata attuazione di servizi previsti: rispetto degli orari di ritiro, pulizie straordinarie, controlli. Poi ci sono state situazioni anomale: le discariche si sono create anche nei mesi scorsi ma è strano che ne siano comparse anche in strade dove il porta a porta è a regime da un anno e stava funzionando benissimo. Roghi, poi, a Cagliari non se ne erano mai verificati. Mai".

Il voto vi ha punito in alcune zone di San Benedetto, dove le lamentele riguardano l'impiego di mastelli individuali e gli orari di conferimento e ritiro, rigidi e impattanti.

"Sì, indubbiamente ci sono correttivi da apportare".

Le periferie, in gran parte, hanno votato a destra. Nessuna autocritica?

"Per i quartieri periferici abbiamo progettato molto e ottenuto finanziamenti importanti. Ma sono interventi complessi e i tempi della burocrazia sono lunghi: capisco che chi vive i problemi del quotidiano creda solo ai risultati concreti".

Vi accusano di aver ascoltato poco i cittadini.

"Falso. Abbiamo sempre coinvolto la cittadinanza. A Is Mirrionis, prima di definire l'intervento, è stata fatta un'analisi di contesto molto definita, accompagnata da un progetto di partecipazione".

E gli alleati? Nessun rimprovero? Qualcuno poteva fare di più?

"C'è stata leale collaborazione da parte di tutti fin da subito, dopo le primarie. Ho sentito grande coesione e grande entusiasmo".

Paolo Truzzu le fa i complimenti per la campagna elettorale ma accusa Zedda di aver "avvelenato i pozzi" con la polemica sui vitalizi.

"Massimo Zedda, per fare il sindaco, si dimise da consigliere regionale tre giorni prima di maturare il vitalizio. Nessun altro lo ha mai fatto. E trovo inammissibile, in tempi di disaffezione nei confronti della politica, che il primo atto di un Consiglio regionale immobile sia la reintroduzione dei vitalizi".

La presenza di una terza forza, Verdes, vi ha danneggiato?

"No. Speriamo che ci consenta di arrivare al ballottaggio".

Lei ha comunque la certezza di entrare in Consiglio. Guiderà l'opposizione?

"È prematuro parlarne. Vediamo se ci sarà il ricalcolo dei voti. Spero ancora di fare il sindaco".

Ha fatto gli auguri di buon lavoro a Paolo Truzzu?

"Anche quelli sarebbero prematuri: buon lavoro lo si dice a chi è sicuro di essere sindaco. Per il momento mi complimento con lui per avere ottenuto più voti di me".

Marco Noce

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