"Quella del censimento nei campi rom non è una priorità".

Matteo Salvini, sulla proposta che ha scatenato una vera e propria bufera politica, prima rilancia con un post su Facebook ("Io non mollo e vado dritto!") poi fa un passo indietro.

Complici, probabilmente, le voci contrarie del vicepremier Di Maio ("Sono cose che, su base razziale, non si possono fare") e dello stesso Conte: "Qui nessuno ha in mente di fare schedature o censimenti su base etnica che sarebbero peraltro incostituzionali in quanto palesemente discriminatori", dice in serata il premier, precisando che la posizione del governo è chiara, con l'obiettivo esclusivo "di individuare e contrastare tutte le situazioni di illegalità e di degrado ovunque si verifichino, in modo da tutelare la sicurezza di tutti i cittadini".

"Per quanto riguarda le comunità rom - ha sottolineato il capo del governo - ben vengano iniziative, peraltro già sperimentate negli anni in varie città italiane, mirate a verificare l'accesso dei bambini ai servizi scolastici, alla luce del fatto che non di rado vengono tenuti lontani dai percorsi obbligatori di istruzione e formazione cui ogni minore ha diritto".

Gli fa eco il premier della Lega: "Lavoreremo in futuro con i sindaci, sapendo che questo tipo di controlli esistono da anni, ovunque, portati avanti da amministrazioni di tutti i colori politici".

"Mi fa piacere che Salvini abbia corretto il tiro'', commenta Di Maio, che nel salotto di Bruno Vespa ha lanciato il "suo" censimento: "Lo faremo con i raccomandati delle aziende dello Stato. Anche in Rai".

(Unioneonline/D)

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