Giuseppe Conte non si arrende dopo che il tribunale di Napoli ha sospeso la sua carica di presidente M5s e quella dei suoi cinque vice dando ragione a tre attivisti che avevano contestato la sua elezione, riservata ai soli iscritti al Movimento da più di sei mesi con la modifica allo statuto.

L’ex premier vuole provare a ribaltare la decisione dei giudici e Beppe Grillo è disposto a lasciargli giocare un'ultima carta legale. Ieri si è tenuto un incontro di due ore di confronto fra Conte e il fondatore e garante del Movimento per rilanciare il partito dopo uno scossone che ne ha messo in discussione il futuro, possibilmente trovando un punto di caduta che soddisfi tutti, a cominciare proprio da Conte.

"Abbiamo fatto una riunione antibiotica per ripristinare il sistema immunitario del Movimento, quindi state tranquilli", ha detto Grillo, uscendo a tarda sera a braccetto con Conte dallo studio di Luca Amato, il notaio di Roma a cui spesso il M5s si è affidato per certificare i propri atti e per risolvere le questioni più complesse. 

LA STRATEGIA DI RILANCIO – Alla vigilia della missione romana Grillo aveva frenato l'idea di Conte di una rapida consultazione per modificare lo statuto e poi arrivare a una conferma della sua leadership che, sosteneva nei giorni scorsi l'ex premier, "non può dipendere dalle carte bollate". Il garante, secondo la strategia preparata nei giorni scorsi, ha proposto di azzerare tutto, per ripartire con un nuovo comitato di garanzia che sia poi in grado di votare il nuovo statuto. Conte si è detto forte del parere dei legali, convinti di avere in mano le carte per contrastare in modo efficace la decisione del Tribunale di Napoli. E ha insistito per approfondire questa soluzione presentando immediatamente una istanza di revoca.

IL COMITATO DI GARANZIA – Un’ipotesi che Grillo sarebbe disposto a fargli esplorare, mettendo in chiaro però che se non dovesse andare a buon fine allora prenderebbe in mano lui la questione. In quel caso, il fondatore del M5s sarebbe deciso a muoversi seguendo le linee dello statuto approvato un anno fa. Quindi punterebbe alla nomina del comitato di garanzia (tre membri, che non ricoprono cariche elettive, votati in Rete fra una rosa di almeno sei nomi proposti dal garante) e poi far ripartire la macchina, seguendo la strada che porta alla votazione del comitato direttivo o del presidente. Si guarda eventualmente a una nuova leadership, che potrebbe avere il volto di una donna come quelli, ad esempio, di Virginia Raggi o Chiara Appendino.

Un'altra ipotesi circolata in queste ore sarebbe quella della creazione di un nuovo “contenitore”: considerata invece più insidiosa, soprattutto dal punto di vista legale. In questo scenario c'è anche chi non esclude la prospettiva della scissione. Un rischio che nessuno dentro al Movimento - al momento - vorrebbe correre. 

(Unioneonline/D)

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