Calderone: «Farò conoscere la mia Isola ai grandi del G7»
La ministra del Lavoro parla dell’incontro sardo: «Qui tradizione e innovazione convivono»Da martedì a venerdì tornerà nella sua Cagliari con i gradi di ministro per presiedere il G7 dedicato ai temi dell’occupazione e del lavoro. Marina Calderone giocherà in casa e farà conoscere la sua splendida isola ai colleghi dei sette Paesi più industrializzati al mondo e non solo, visto che l’incontro vedrà anche la partecipazione delle organizzazioni sindacali.
Il fatto che l’appuntamento arrivi in un momento non proprio facile per il Governo, scosso dal caso Sangiuliano-Boccia, non spaventa la ministra sarda che sul tema passa oltre, lasciando che sia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a tracciare la linea, che peraltro condivide.
Partiamo subito dalla scelta di Cagliari.
«Cagliari rappresenta al meglio il legame tra passato e futuro, fra tradizione e innovazione, come città metropolitana di origini antiche in una regione, la Sardegna, ancorata alla propria identità ma proiettata in avanti. Penso all’enorme sfida che sta affrontando con Einstein Telescope, per cui l’area dismessa della miniera di Sos Enattos è candidata a ospitare un progetto che avrà un impatto mondiale. Per me, è il simbolo del lavoro che cambia, ma soprattutto della dignità del lavoro nel succedersi delle generazioni. Poi, la Sardegna è una delle cinque “zone blu” del mondo per longevità, gli studiosi si interrogano sul “mistero” di resilienza in certi nostri paesi. Proprio l’incremento dell’età media della popolazione e l’impatto sul lavoro saranno tra gli argomenti della riunione dei ministri del Lavoro e dell’Occupazione del nostro G7».
Che emozione le dà presiedere il G7 a Cagliari?
«Sono orgogliosa che sia stata scelta Cagliari. La Sardegna lo merita. È la prima volta che ospita un G7 Lavoro. Saranno presenti le delegazioni di Canada, Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Giappone e Commissione europea, Oil, Ocse, parti sociali e gli engagement groups (Business 7, Labour 7, Civil 7, Women 7 e Youth 7). La preferenza accordata alla città è anche il risultato di un’attenta verifica delle condizioni logistiche, di sicurezza, di opportunità da parte di un team ampio e preparato, che si è coordinato con la scelta delle altre sedi di incontri ministeriali (gli altri G7 tematici, ndr). L’Italia a Cagliari si mostrerà al mondo nella sua bellezza e io stessa potrò raccontare con orgoglio i miei luoghi. Spero che i miei concittadini apprezzino e faremo di tutto per limitare il disagio al minimo. Abbiamo concentrato gli eventi nelle sedi istituzionali. Spero anche che questa apertura internazionale sia motivo di orgoglio per tutti».
Saranno presenti anche i rappresentanti delle più importanti organizzazioni del lavoro: quali obiettivi vi prefissate?
«È il segno del grande lavoro fatto attraverso missioni che hanno punteggiato l’intero mandato da ministro del Lavoro: incontri bilaterali con i miei omologhi, da Berlino a Washington, e multilaterali in Europa e negli Usa, nei quali abbiamo elaborato i principi e ragionato sui temi. L’Employment working group, il gruppo di lavoro sull’occupazione, ha dato corpo a quelle riflessioni e valorizzato i contributi di tutti gli altri attori, dai giovani alle donne, dalle parti sociali alla società civile. Un metodo inclusivo, che è il mio come ministro».
I temi principali che verranno toccati sono importanti: partiamo dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro.
«L’IA è un tema fondamentale, trattato nel documento conclusivo del G7 dei leader a Borgo Egnazia e che verrà approfondito a Cagliari. Il mandato di noi ministri è preparare un piano d’azione attraverso il quale i princìpi si traducano in impegni per azioni concrete, che i diversi Paesi dovranno poi declinare nei contesti normativi nazionali. È essenziale tener ferma la visione umano-centrica dell’uso dell’IA. Dobbiamo essere consapevoli dei rischi, ma anche sfruttare le opportunità, a beneficio dell’uomo e in particolare dei lavoratori. Ci saranno trasformazioni profonde. Dobbiamo essere preparati a governarle».
Le società invecchiano, come cambia il mondo del lavoro?
«L’incremento dell’età media della popolazione è un fenomeno che riguarda tutti i Paesi del G7. Già stiamo attraversano una stagione importante di ricambio generazionale: andranno in pensione i boomers. Dovremo accompagnare al lavoro soprattutto le categorie che finora ne sono rimaste ai margini: i giovani e le donne. Inoltre, sarà necessario affrontare il tema dell’invecchiamento attivo e quello della cura».
Apprendimento permanente e competenze reattive, flessibili e inclusive, come muoversi su questi fronti?
«Quello delle competenze è un tema strettamente connesso con i due precedenti: l’Intelligenza artificiale e la demografia. Ha fatto bene a citare flessibilità e inclusività. Sono i due approcci che abbiamo deciso di far prevalere. I nostri Paesi si trovano davanti alla sfida del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, non si trovano le competenze richieste dalle imprese e diventa decisiva la formazione. Ecco perché le nostre nuove misure di inclusione non si limitano al mero sussidio, ma spingono alla formazione e alla ricerca attiva di lavoro. Sulla formazione abbiamo investito molto».
Proprio nei giorni scorsi a Buggerru si è ricordato l’eccidio dei minatori ed è stato firmato un protocollo d’intesa sulla sicurezza sul lavoro...
«Dialogo sociale, tutele per il lavoro, sicurezza nei luoghi in cui si lavora, sono anche il risultato del percorso avviato dai fatti di Buggerru del 1904, la loro attualità si riflette nei temi del G7 Lavoro e Occupazione, nella prospettiva degli impatti di IA e cambiamenti demografici. La parola d’ordine è responsabilità condivisa, collettiva, che il protocollo dei giorni scorsi riecheggia sotto il profilo della sicurezza sul lavoro. La tutela di una vita sicura è centrale nel mio mandato. Stanno partendo i concorsi per l’assunzione di nuovo personale ispettivo, a ottobre la patente a crediti nei cantieri, l’anno scolastico inizia con l’estensione dell’assicurazione Inail rinnovata per studenti e personale: il nostro pensiero costante per la sicurezza è diventato azione».
La Sardegna è sottoposta a una pioggia di richieste di autorizzazione di impianti eolici e fotovoltaici: è stata avviata una raccolta di firme per una proposta di legge popolare. Il governo vuole difendere l’Isola?
«La transizione energetica va sostenuta tenendo conto delle specificità del territorio sardo. Credo che questo sia il vero punto di equilibrio».
Giuseppe Deiana