Al congresso di due settimane fa Anci Sardegna è uscita spaccata in due. Non ha avuto la meglio il presidente uscente Emiliano Deiana (Pd) che si è fermato a 146 preferenze, mentre il sindaco di Sanluri, Alberto Urpi (Sardegna 20Venti), ha ottenuto 139 voti. A causa di 32 schede bianche, nessuno ha raggiunto il quorum e la votazione è da ripetere, probabilmente con gli stessi due candidati. 

Il mondo dei sindaci è diviso, insomma. Eppure, sostiene oggi Urpi, “per il direttivo uscente è come se queste elezioni non ci fossero mai state, avevamo concordato di parlare e di vederci e chiaramente si profilava un periodo di par condicio, e invece assistiamo ad una corsa frenetica all’uscita pubblica, addirittura con un manifesto programmatico politico a nome dell’Anci”.

Si riferisce, il sindaco di Sanluri, alla nota con cui Deiana due giorni fa ha indicato una serie di misure, tra cui ristori, per far fronte alla situazione di disagio che si respira nelle comunità sarde e fra le categorie produttive per via dell'aumento dei costi dell'energia, dei carburanti e, in generale, delle materie prime. “Ma a nome di chi parla se non è stato confermato alla presidenza? – obietta Urpi – oltretutto il suo è un grido all’assistenzialismo sfrenato, davvero poco per un programma che, a nome di tutti i sindaci guarda alle prossime elezioni regionali”. Ora, continua, “sarebbe bene che l’attuale direttivo, che alle ultime elezioni non ha ricevuto la maggioranza assoluta dei consensi, si confrontasse sui temi con le altre forze che hanno partecipato al confronto interno all’associazione, e convocasse un’assemblea per definire data e modalità delle prossime elezioni”. Quindi, “capisco che il ruolo nel direttivo Anci rappresenti per alcuni una necessità, ma questo bisogno si può soddisfare solo in un modo: andando al voto e ottenendo la legittimazione dalla maggioranza dei sindaci, la cui volontà va rispettata pienamente. Su questi temi auspichiamo si attivi subito un confronto serio e collaborativo”. 

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