D odici milioni e mezzo, contando anche i beneficiati della seconda dose. Una boccata d'ossigeno vitale. A tanto ammonta l'ultimo aggiornamento alla quota di vaccinazioni nel Regno Unito. I quattro gruppi prioritari - anziani, ospiti delle RSA, personale sanitario, pazienti vulnerabili - praticamente già messi al sicuro. Un colpo duro alla spaventosa motilità del virus.

Assieme a questo dato, già sufficiente a sedare molta critica prezzolata, l'Inghilterra ha rispedito al mittente tutte le accuse di follia sanitaria, dichiarando, ancora in vantaggio sulla scaletta, l'abrogazione del passaporto sanitario che aveva messo in agitazione milioni di residenti stranieri. Nessun divieto alla libera circolazione. Se immunità di gregge doveva essere, stavolta riscuoterà consensi esemplari.

Proviamo a sfatare un po' di narrazione intorno alla mitologia del Covid-19. E si fa partendo dalla soluzione. Portentosa ed efficace. Il Ministero della Salute inglese ha già diramato una nota ufficiale in cui si annuncia la quota di 16 milioni di vaccinazioni da raggiungere entro la data del 15 febbraio. Un vero record. Difficile da eguagliare pensando alla data inaugurale risalente all'otto dicembre. In realtà sarebbe da conteggiarne un milione in meno, ma il ritmo forsennato finora sostenuto con ampio successo, autorizza il comitato scientifico a una previsione ben più generosa. Non un'eccezione se si annota una misura che in Italia farebbe arricciare il naso.

P er far fronte all'ampia campagna di vaccinazioni promossa senza riserve, il sistema sanitario inglese ha attivato un massiccio reclutamento di volontari da utilizzare nelle vesti di operatori di emergenza. Evenienza particolare, addirittura rara. Ma è il bisogno che colma le lacune negli organici ospedalieri. Così dopo lo screening iniziale e la verifica di ammissibilità, il personale selezionato (civile e non necessariamente provvisto dei titoli) è stato immediatamente sottoposto a formazione e inviato sul campo, nei centri attrezzati (addirittura all'interno degli stadi) dove è impiegato a tempo pieno a inoculare le dosi sotto l'occhio vigile di medici rianimatori.

Tale impennata di operatori prestati alla causa, unita alla prontezza del governo a disporre le dosi necessarie, ha fatto dell'Inghilterra una delle primatiste mondiali nella rincorsa all'immunità. Si vociferano già dalla primavera le coperture totali della restante popolazione adulta. Circa ventuno milioni di persone. Con particolare attenzione alle categorie di seconda fascia prioritaria. Insegnanti, operatori dei trasporti, militari e lavoratori del settore alimentare. Ovvero, oltre trenta milioni di vaccinati, corrispondenti a circa la metà della popolazione inglese.

Sia chiaro; non sono rose e fiori. Ma è già un principio. Là fuori, per strada, la dura crisi ha lasciato cartelli di resa sul campo. Nonostante il massiccio supporto economico garantito dalla manovra ministeriale, molte attività hanno chiuso serrande sopraffatte da un sistema commerciale che non ammette pause prolungate. Moltissime categorie escluse dall'ambito della ristorazione hanno subito gli effetti di un'azione politica apparsa, ai più, discutibile. Addirittura, e sono dati ufficiali che fanno tremare i polsi, la popolazione a Londra è diminuita di un decimo netto rispetto all'inizio della pandemia. Circa settecentomila unità in meno secondo un'indagine del quotidiano Telegraph. Un salasso umano. L'esodo di lavoratori stranieri e il ricorso massiccio al lavoro da casa hanno indotto milioni di persone ad abbandonare la capitale ove il costo della vita, fino all'avvento del Brexit, aveva raggiunto livelli inauditi. Non accadeva dal dopoguerra. Un dato storico, unito al cimitero del turismo, il mercato più ricco di una Londra in questo momento colma di croci.

Ma era chiara l'intenzione di Johnson: smettere di tergiversare e imporre la serrata generale per assolvere le vaccinazioni. Missione compiuta a quanto pare. A questo punto, spulciando i dati, verrebbe da pensare che l'Inghilterra si appresti a completare il primo ciclo di vaccini ben prima dei sei mesi inizialmente stimati. Cosa resta? Certo la sensazione è surreale. Londra boccheggia. Il clima sociale regge solo perché la campagna vaccinale riscuote consensi. Altrimenti sarebbe stata rivolta civile. Il governo non poteva sbagliare e ha utilizzato l'unica azione possibile. La guerra sanitaria totale. Un'operazione radicale, discutibile, eccessivamente sensibile ai conteggi delle vittime poi rivelatisi approssimativi, comprensivi dei pazienti già gravati da condizioni pregresse.

Boris non ha imposto divieti. Né i controlli sono stati maniacali. L'uso degli accorgimenti sanitari è sempre stato a discrezione. L'appello accorato continuamente rivolto alla popolazione era improntato alla libera scelta. Che tanto libera non era. I numeri, la realtà oggettiva, raccontano una prova di là da ogni previsione. Non è bastata una nazione. C'è voluto il Regno Unito.

ANDREA MEREU

OPERATORE CULTURALE A LONDRA
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