Colloqui per una soluzione della guerra in Ucraina si stanno tenendo a Ginevra «nella massima discrezione», ma al momento non ai più alti livelli.

È quanto ha detto il ministro degli Esteri svizzero, Ignazio Cassis, in un'intervista ai giornali del gruppo Ch Media, ripresa dalle agenzie di stampa.

«Un giorno questa guerra finirà attraverso un negoziato. Costruire la pace è un affare complicato che necessita molta diplomazia», ha aggiunto. La Svizzera fa «tutto il possibile» all'Onu, assicura. «Ma siccome la Russia ha diritto di veto, è quasi impossibile fare qualcosa».

Per questo, conclude, una soluzione imminente è molto difficile «a meno di un miracolo»

E mentre da Kiev arriva la notizia, durante la visita del premier Pedro Sánchez, che la Spagna potrebbe inviare in Ucraina altri quattro carri armati Leopard oltre ai sei già inviati, l'assemblea dell'Onu è pronta a votare la bozza di risoluzione che sottolinea «la necessità di raggiungere, al più presto, una pace completa, giusta e durevole in linea con i principi della Carta delle Nazioni Unite», ribadendo così «l'impegno per la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina» e chiedendo «la cessazione delle ostilità e il ritiro delle forze militari di Mosca». Una risoluzione che gli Usa pensano «passerà alla storia».

Una ventina i Paesi iscritti a parlare oggi, tra cui Francia, Germania e Cina (per ultima).

L'incognita e la paura più grandi (per il blocco a favore) sono la possibilità che un gigante come l'India voti no, insieme al Mali, che potrebbe spezzare il fronte africano. Per il resto non sono attesi cambiamenti di fronte, con la Cina verso l'astensione.

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, mette intanto in guardia la Cina da un eventuale sostegno alla Russia per la guerra in Ucraina. Con gli Stati Uniti pronti a dimostrare, come rivelato dal Wall Street Journal, l’invio della armi cinesi a Mosca.

(Unioneonline/v.l.)

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