Taiwan non si piegherà e si difenderà con forza dalle pressioni della Cina.

La presidente Tsai Ing-wen ha sfoderato l'orgoglio dell'isola all'indomani delle minacce del leader cinese Xi Jinping, puntando sul modello istituzionale di Taipei libero e democratico, alternativo a quello autoritario di Pechino che vuole una "completa riunificazione della madrepatria".

Nel discorso tenuto per la Giornata Nazionale della Repubblica di Cina fondata nel 1912, Tsai ha richiamato l'attenzione sulla "espansione dell'autoritarismo" e, nel pieno delle turbolenze mondiali, ha assicurato che l'isola è sulla "prima linea di difesa della democrazia", seppur "nella situazione più complessa rispetto a qualsiasi altra vissuta" in oltre 70 anni di governo indipendente da Pechino.

"Continueremo a rafforzare la nostra difesa nazionale e a mostrare la determinazione a difenderci per garantire che nessuno costringa Taiwan a seguire la strada che la Cina ha tracciato per noi", che "non offre né uno stile di vita libero e democratico, né la sovranità a 23 milioni di persone".

La leader ha inoltre avvertito che il popolo taiwanese "non si piegherà alle pressioni", ribadendo, allo stesso tempo, la posizione sulle relazioni intra-Stretto: "Chiediamo il mantenimento dello status quo e faremo del nostro meglio per impedire che sia modificato unilateralmente".

Pronta è arrivata la controreplica di Pechino. La ricerca dell'indipendenza "chiude la porta al dialogo", ha risposto a muro duro l'Ufficio per gli affari con l'isola del governo cinese con una nota serale: "Il discorso della leader regionale di Taiwan ha sostenuto secessionismo e fatti distorti, in collusione con forze straniere".

(Unioneonline/F)

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