«Per favore, fatemi uscire di qui il più presto possibile». È il drammatico sos lanciato nel primo video pubblicato da Hamas di una giovane, parte dei 200 ostaggi portati a Gaza nel sanguinoso blitz del 7 ottobre nel sud di Israele.

Gli occhi azzurri cerchiati, i capelli lunghi sciolti sulle spalle, il volto reso inespressivo dalla paura, la ragazza guarda nell'obiettivo e scandisce: «Mi chiamo Maya Sham, ho 21 anni e sono di Shohaam. In questo momento sono a Gaza», dice in ebraico raccontando lei stessa di come è finita nella mani dei terroristi, mentre rientrava dal rave nel deserto del kibbutz di Reim, finito nel sangue.

«Sabato mattina presto stavo tornando da una festa nell'area di Sderot. Sono stata gravemente ferita alla mano. Mi hanno portato a Gaza e mi hanno curato all'ospedale per tre ore. Si sono presi cura di me, fornendomi farmaci», ricorda Maya. Per poi lanciare il suo appello: «Vi chiedo solo di riportarmi a casa il più presto possibile dalla mia famiglia, dai miei genitori, dai miei fratelli. Per favore, fatemi uscire di qui il più presto possibile».

Il filmato, non verificabile, dura più di un minuto: nella sequenza precedente si vede Maya stesa su un letto con una coperta scura a tema floreale, mentre allunga il braccio destro ferito. Mani inguantate che spuntano da un camice bianco, di cui si vedono solo le braccia, le medicano una ferita che sembra profonda, che lascia tracce di sangue sulle garze. L'espressione della ragazza, smalto fucsia sulle dita e tatuaggi sul braccio, è visibilmente sofferente ed impaurita.

La famiglia di Maya, citata dai media israeliani, si è detta "felice" di averla vista nel filmato. La loro figlia è viva, nonostante sia prigioniera e ferita. Ma è anche una nuova pagina della guerra di propaganda, e di pressione psicologica, che Hamas ha messo in campo dal giorno dell'attacco, pubblicando quasi in diretta le immagini del massacro, anche le più spietate.

L'esercito israeliano mette in guardia: «Nel video Hamas cerca di presentarsi come un'organizzazione umanitaria, mentre è un'organizzazione terroristica responsabile dell'uccisione e del sequestro di neonati, donne, bambini e anziani».

Secondo Haaretz, la ragazza ha anche la nazionalità francese. Nella sua visita in Israele nei giorni scorsi, la ministra degli Esteri di Parigi, Catherine Colonna, aveva incontrato la famiglia Sham nel sud del Paese. 

Immediata la reazione al video di Israele, che per il tramite del portavoce militare Daniel Hagari parla di «terrorismo psicologico».

«Prevediamo che ci saranno altri filmati, e siamo determinati a combattere contro questo genere di guerra», ha aggiunto Hagari.

(Unioneonline/v.l.)

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