L'Italia è tra gli otto Paesi esentati temporaneamente dal rispetto delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti all'Iran.

Lo ha annunciato il segretario di Statu Usa Mike Pompeo proprio oggi, nel giorno in cui entra in vigore la seconda tranche di sanzioni a Teheran dopo quella del 6 agosto.

Tre mesi erano stati colpiti l'acquisto di dollari, il commercio in oro o metalli preziosi, questa volta a finire nel mirino sono le transazioni finanziarie e il petrolio.

Gli altri Paesi esentati sono Cina, India, Giappone, Corea del Sud, Grecia, Turchia e Taiwan. L'esenzione dura sei mesi.

Un bel "regalo" all'Italia dall'amministrazione di Donald Trump. Il nostro Paese, in ambito Ue, è il principale partner commerciale di Teheran, prima di Francia e Germania. Secondo il Sole 24 Ore l'interscambio tra i due Paesi ha raggiunto nel 2017 i 5,1 miliardi di euro, contro i 3,8 di Parigi e i 3,3 di Berlino. A fare la voce del leone negli interscambi tra i due Paesi è l'importazione in Italia di prodotti energetici iraniani.

La reimposizione delle sanzioni è diretta conseguenza del ritiro degli Usa dall'accordo sul nucleare fortemente voluto da Obama e siglato nel 2015.

"Siamo in guerra, contro un nemico prepotente. E dobbiamo rimanere uniti per vincere". Così il presidente iraniano Hassan Rohani ha chiamato a raccolta il suo popolo, che ieri è sceso in diverse piazze bruciando bandiere americane, fotografie di Trump e dollari americani.

Rohani ha paragonato la situazione attuale al 1980, quando la neonata Repubblica Islamica si trovò in guerra contro l'Iraq: "Ieri avevamo di fronte Saddam, oggi Trump. Non c'è differenza, dobbiamo resistere e vincere".

La decisione di Trump è molto criticata da tutti gli alleati europei, che hanno firmato l'accordo del 2015.

L'unico ad applaudire è il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: "Questo è un giorno storico", ha detto ai parlamentari.

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata