Boris Johnson continua a “inciampare nelle frivolezze” (Daily Mail) e in ripetuti “autogol” (The Independent). E il suo governo si regge su “bugie dilaganti, caos e negligenza” (The Guardian).

Nonostante la gioia per la nascita della sua settima figlia, sono giorni difficili per il premier britannico, continuamente nel mirino dei media inglesi per una lunga serie di scandali e polemiche, nonché per la difficoltà a tenere testa all’epidemia di Covid, che nel Regno Unito sta facendo registrare un nuovo record di contagi (58mila nell’ultimo bollettino), anche a causa del dilagare della variante Omicron. 

Un periodo nero, insomma, per BoJo, al punto che la Bbc si chiede se “il pianeta Boris sia ormai destinato ad implodere”, lasciando ad altri l’onere e l’onore di guidare il governo. 

Oltre alla nuova, travolgente ondata di contagi nel Regno Unito (“uno tsunami” l’ha definita la leader scozzese Nicola Sturgeon), a rendere la graticola politica accesa sotto i piedi di Johnson sempre più bollente sono innanzitutto le nuove rivelazioni sul cosiddetto “scandalo di Natale”. Quello del 2020, in occasione del quale funzionari di Downing Street – tra cui uomini e donne molto vicine al premier – organizzarono non uno ma ben tre party, nonostante il Paese fosse alle prese con dure restrizioni proprio per contenere la pandemia. 

Non solo. Il partito conservatore, di cui Johnson è uno degli esponenti di spicco, è stato multato dalla Commissione elettorale per 17.800 sterline (oltre 20mila euro) per non aver dichiarato in modo corretto una donazione di oltre 50mila sterline (quasi 60mila euro) fatta lo scorso anno da un lord – David Brownlow – per coprire i costi di ristrutturazione dell'appartamento a Downing Street dove il premier vive con la sua famiglia. 

Ma i tabloid mettono anche in risalto anche il grave stato in cui versa la sanità pubblica, le contraddizioni e persino le “menzogne” dette da Johnson per cercare di rendere meno spinosi i casi che lo riguardano di fronte all’opinione pubblica. 

Senza contare le ripetute gaffe, come quella di fronte agli industriali britannici, quando dal palco, durante il suo intervento, avendo perso il filo del discorso, Boris si è messo come se nulla fosse a parlare di Peppa Pig, per poi paragonarsi a Mosè.

Risultato: i sondaggi danno ormai i laburisti in netta avanzata, mentre i Tory arretrano. 

Quanto basta perché nei corridoi di Westminster non smetta di essere sussurrata – e in maniera sempre più insistente - la parola “sfiducia”.

I tabloid, addirittura, hanno già iniziato il toto-nomi per la successione. E in pole position per prendere il posto dell’ex sindaco di Londra ci sarebbero il ministro delle Finanze Rishi Sunak (anche lui spesso e volentieri nel mirino della stampa) o la titolare degli Esteri Liz Truss.

(Unioneonline/l.f.)

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