Papa Francesco è giunto a Cipro, prima tappa del suo viaggio che, fino al sei dicembre, lo porterà poi anche in Grecia. L'aereo è atterrato all'aeroporto di Larnaca, dove è stato accolto dalla presidente del parlamento cipriota, Annita Demetriou.

Quindi il trasferimento nella capitale Nicosia.

"Non ci sono e non ci siano muri nella Chiesa cattolica: è una casa comune, è il luogo delle relazioni, è la convivenza delle diversità", ha detto durante l'incontro con i sacerdoti, religiosi e religiose, diaconi, catechisti, associazioni e movimenti ecclesiali di Cipro, nella Cattedrale maronita di Nicosia. Il Papa ha salutato dapprima la Chiesa maronita, rivolgendo il suo pensiero "preoccupato" per la crisi che attraversa il Libano.

Quindi la Chiesa latina, che "grazie alla presenza di tanti fratelli e sorelle migranti", è un "popolo 'multicolore'", "vero e proprio luogo di incontro tra etnie e culture diverse". 

"Questo volto di Chiesa - ha affermato Francesco - rispecchia il ruolo di Cipro nel continente europeo: una terra dai campi dorati, un'isola accarezzata dalle onde del mare, ma soprattutto una storia che è intreccio di popoli e mosaico di incontri". "Così è anche la Chiesa - ha osservato -: cattolica, cioè universale, spazio aperto in cui tutti sono accolti e raggiunti dalla misericordia di Dio e dall'invito ad amare".

"Cari fratelli e sorelle, abbiamo bisogno di una Chiesa paziente - ha proseguito -. Di una Chiesa che non si lascia sconvolgere e turbare dai cambiamenti, ma accoglie serenamente la novità e discerne le situazioni alla luce del Vangelo. In quest'isola è prezioso il lavoro che svolgete nell'accogliere i nuovi fratelli e sorelle che giungono da altre rive del mondo". "La Chiesa in Cipro ha queste braccia aperte: accoglie, integra, accompagna - ha detto ancora Francesco -. È un messaggio importante anche per la Chiesa in tutta Europa, segnata dalla crisi della fede: non serve essere impulsivi e aggressivi, nostalgici o lamentosi, ma è bene andare avanti leggendo i segni dei tempi e anche i segni della crisi". Per il Papa, "la Chiesa non vuole uniformare, ma integrare con pazienza".

“Con la vostra fraternità – ha concluso - potete ricordare a tutti, all'Europa intera, che per costruire un futuro degno dell'uomo occorre lavorare insieme, superare le divisioni, abbattere i muri e coltivare il sogno dell'unità. Abbiamo bisogno di accoglierci e integrarci, di camminare insieme, di essere sorelle e fratelli tutti!".

(Unioneonline/D)

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