Violentata per giorni dai militari russi sotto gli occhi del figlio di sei anni, è morta per le ferite. Mentre al bambino i capelli sono diventati grigi a causa dello choc.

Orrore nell’inferno di Mariupol, città devastata dalle truppe di Vladimir Putin. A dare la notizia è stato il ministero della Difesa ucraino su Twitter perché tutti sappiano: “Questo non è un film dell’orrore. Stupro, violenza, omicidio: questo è ciò che significa il mondo russo”.

Non si muore di sole bombe in Ucraina. Chi non è riuscito a fuggire è in balia della barbarie: quando siamo al 35esimo giorno di guerra sono tante le notizie di donne ucraine violentate dai soldati russi.

Natalya, 33 anni, ha avuto la forza di raccontare al Times l'incubo che si è consumato nella sua casa. Violentata ripetutamente da due soldati russi ubriachi che prima hanno ucciso suo marito, mentre suo figlio di quattro anni piangeva nelle vicinanze. Lei è sopravvissuta, ma altre non ce l'hanno fatta. Alcune si sono suicidate, altre sono state impiccate dai violentatori, come hanno detto ai giornalisti quattro deputate ucraine in visita nei giorni scorsi a Londra.

"La gran parte di loro sono state assassinate dopo essere state stuprate oppure si sono tolte la vita”, hanno raccontato Olena Khomenko, Maria Mezentseva, Alona Shkrum e Lesia Vasylenko, accolte alla Camera dei Comuni.

L'ufficio del procuratore generale dell'Ucraina, anche lei una donna, Iryna Venediktova, ha creato un sito per denunciare abusi e violenze degli invasori con prove circostanziate.

D’altronde spesso la guerra va di pari passo con gli stupri: i tedeschi a Marzabotto, i 'goumiers' maghrebini al seguito delle truppe francesi, gli stupri etnici della guerra di Bosnia. Sembravano vicende ormai consegnate alla storia. E invece l’orrore ritorna.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata