La Cina dice no a una nuova indagine dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sull'origine del Covid-19 che ha innescato la pandemia ancora in corso.

Pechino, nel dare diniego alla richiesta dell’Oms, ha spiegato di aver sempre sostenuto gli sforzi "scientifici" rispetto a quelli "politici" finalizzati a scoprire come è iniziato il virus, partito, come si ricorderà, dalla zona di Wuhan, tra l’altro sede di un importante centro scientifico specializzato proprio nello studio di virus e malattie infettive.

Le autorità cinesi minacciano anche di far saltare ogni tipo di collaborazione scientifica: “Ci opponiamo al tracciamento politico e abbandoniamo il rapporto congiunto" pubblicato proprio dopo che un team di esperti dell'Oms aveva visitato Wuhan a gennaio, ha annunciato ai giornalisti il viceministro degli Esteri Ma Zhaoxu.

Lo stesso viceministro ha ribadito che Pechino sostiene “il tracciamento scientifico del virus” e non quello “politico”. Giro di parole per accusare la comunità internazionale di voler portare avanti tesi che non siano quelle di un’origine “naturale”, per poter puntare il dito contro la Repubblica popolare. 

La necessità di una nuova indagine sull’origine del Covid era stata sostenuta anche dai Paesi del G7 durante l’ultimo summit in Cornovaglia. Una richiesta che anche in quel caso era stata bollata dalla Cina come “meramente politica”.

(Unioneonline/l.f.)

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