Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha silurato il ministro della Difesa Yoav Gallant. Il colpo di scena è arrivato alle 7 di sera direttamente ai media via Whatsapp. L'annuncio, su lettera ufficiale in pdf, in una sola riga spiega che «il mandato decade entro 48 ore». Il primo ministro ha consegnato personalmente, a mano, la stessa lettera a Gallant durante un breve incontro nel suo ufficio a Gerusalemme. Dopo un veloce scambio di frasi, Netanyahu ha registrato un video per rendere pubblico di aver sollevato il titolare della Difesa dal suo incarico. Al suo posto Israel Katz, finora ministro degli Esteri, che sarà a sua volta occupato da Gideon Saar. «Purtroppo, anche se nei primi mesi della guerra c'era fiducia e un lavoro molto fruttuoso, negli ultimi tempi questa fiducia si è incrinata tra me e il ministro della Difesa», ha spiegato il premier, che ha aggiunto di aver «fatto molti tentativi per colmare queste lacune, ma continuavano ad ampliarsi. I nostri nemici ne hanno tratto piacere e un sacco di benefici».

Gallant ha detto la sua su X: «La sicurezza dello Stato di Israele è stata e rimarrà sempre la missione della mia vita», ha scritto. Insomma, un colpo di mano repentino in attesa dell'annunciato attacco di Teheran e, soprattutto, mentre l'America è impegnata a seguire un voto cruciale come non mai. «Il trucco di licenziare Gallant è chiaro. Bibi sa che l'attenzione dell'amministrazione Usa è rivolta alle elezioni e nessuno risponderà in tempo reale a questa manovra», ha commentato Eliran Bykhovsky, dell'International union of socialist youth. Immediata la reazione delle opposizioni: «Scendete in piazza», ha scritto su X il presidente dei democratici Yair Golan.

Gli israeliani non si sono fatti pregare: in migliaia sono scesi per strada a Gerusalemme e Tel Aviv. Le tv hanno mostrato le immagini della polizia che installava barricate vicino alla residenza del primo ministro nella città santa e fuori dal quartier generale dell'esercito a Tel Aviv, dove i manifestanti hanno bloccato l'autostrada Ayalon e appiccato roghi. Walla, citando una fonte vicina a Netanyahu, ha fatto sapere che il premier sta pianificando di mandare a casa anche il capo di stato maggiore Herzi Halevi e il direttore dello Shin Bet Ronen Bar. Ma mentre il primo ministro ha l'autorità esclusiva di sostituire il capo della sicurezza interna, il ministro della Difesa è responsabile dell'Idf. E Katz sembrerebbe intenzionato a eseguire gli ordini di Bibi, anche se l'ufficio del premier ha negato tutto. Il terremoto politico è piombato su Israele a soli due giorni dallo scandalo per la fuga di notizie che ha portato all'arresto del portavoce per la sicurezza del premier e poche ore dopo la notizia di una nuova inchiesta penale sull'ufficio di Bibi, gestita dall'unità reati gravi della polizia israeliana, la Lahav 433. Indagini collegate alle segnalazioni secondo cui il primo ministro avrebbe tentato di mantenere riservate le conversazioni sulla gestione della guerra a Gaza, con il suo ufficio che avrebbe manipolato i verbali e le trascrizioni delle riunioni di gabinetto. Inchiesta estremamente delicata su cui fino a martedì era stato imposto il silenzio assoluto ai media. Poi il via libera dei giudici, che però hanno messo il veto sulla pubblicazione dei dettagli. In serata però Channel 12 ha rivelato che già sabato scorso la polizia ha fatto irruzione nell’ufficio di Netanyahu: un fatto che – ad ora – non ha precedenti. 

(Unioneonline)

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