Ebrahim Raisi è morto. Ne ha dato notizia ufficiale la tv di Stato iraniana, definendo il presidente “martire del servizio”. Domani, martedì 21 maggio, si terranno i funerali di Stato.

Quando i soccorritori, dopo ore di ricerche ostacolate dal maltempo e dalla zona impervia, hanno trovato il relitto dell’elicottero, sulla strada per il villaggio iraniano di Khoilar-Kalam, era tutto bruciato. Tutti i passeggeri sono morti, compreso il ministro degli Esteri iraniano

Le squadre di ricerca hanno trovato parti dell'ala e della pala del velivolo su una collina e si sono mosse verso il posto. «Non c'è segno di vita nell'elicottero e la cabina è bruciata», hanno affermato i media iraniani mostrando le immagini dei soccorritori della Mezzaluna rossa in azione con un dispositivo di monitoraggio.

L’incidente è avvenuto in una remota zona montuosa dell’Azerbaigian, il maltempo ha costretto il velivolo a un atterraggio d’emergenza molto brusco e si è sostanzialmente schiantato al suolo.

Il convoglio presidenziale di tre elicotteri era partito dall'Azerbaigian dopo una visita di Raisi all'omologo lham Aliyev, con cui aveva inaugurato una diga. Le prime notizie, arrivate dai media iraniani, hanno riferito di un «incidente», ma senza chiarire se l'elicottero coinvolto fosse quello di Raisi. Il seguito è stato un susseguirsi caotico di aggiornamenti, spesso contraddittori. «Raisi non è ferito, è ripartito a bordo di un'auto», la prima versione dell'agenzia iraniana Mehr, che poi ha cancellato la notizia. Il primo resoconto ufficiale è arrivato dal ministro dell'interno Ahmad Vahidi, che ha confermato lo schianto («il duro atterraggio») dell'elicottero con Raisi, il ministro degli Esteri, il governatore della provincia e il principale imam della regione, «a causa delle cattive condizioni meteorologiche».

Ebrahim Raisi (Ansa)
Ebrahim Raisi (Ansa)
Ebrahim Raisi (Ansa)

La tv di Stato alternava immagini di iraniani in preghiera a filmati di una squadra della Mezzaluna Rossa mentre camminava su un pendio con scarsa visibilità. L'Ue, su richiesta di Teheran, ha attivato il sistema satellitare Copernicus. Altri Paesi, come Arabia Saudita, Russia e Turchia, hanno offerto assistenza. Anche la Casa Bianca ha seguito l'evoluzione della crisi, mentre da Roma Giorgia Meloni ha convocato per una riunione con i ministri competenti e l'intelligence. Da Teheran la Guida Suprema Ali Khamenei ha espresso l'auspicio che «Dio riporti l'onorevole presidente e i suoi compagni tra le braccia della nazione», ed ha lanciato un appello a tutto il Paese a «pregare per la salute di questo gruppo di dipendenti pubblici». Preghiere e speranze vane, il velivolo è stato localizzato nella notte, nessuna traccia di vita a bordo.

Il governo iraniano ha assicurato che il lavoro continuerà «senza interruzioni». «Il presidente del popolo iraniano, laborioso e instancabile, ha sacrificato la sua vita per la nazione», si legge in un comunicato. «Assicuriamo alla nazione leale che, con l'aiuto di Dio e il sostegno del popolo, non ci sarà la minima interruzione nell'amministrazione del Paese». La guida del Paese sarà presa dal vice, entro 50 giorni si va a elezioni.

Già si è tenuta una riunione d’emergenza dell’esecutivo, presieduta da Mohammad Mokhber, il primo vicepresidente.

Eletto presidente della Repubblica islamica nel 2021, l'ultraconservatore 63enne Raisi ha preso le redini di un Paese in preda ad una profonda crisi sociale e ad un'economia messa a dura prova dalle sanzioni statunitensi contro Teheran per il suo contestato programma nucleare. Delfino della Guida suprema e in pole position per la successione, si è dimostrato un intransigente nemico di Israele e degli Stati Uniti, arrivando al massimo livello di scontro con lo Stato ebraico, culminato con il primo attacco iraniano condotto in territorio nemico, sullo sfondo della guerra a Gaza. Con la sua morte, nonostante le rassicurazioni di Khamenei sulla tenuta del sistema, si aprirebbe una fase di turbolenza nel Paese che potrà condizionare i già fragilissimi equilibri del Medio Oriente.

(Unioneonline/L)

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