«Sacchi di banconote» trovati durante le perquisizioni della Polizia giudiziaria nell’abitazione della vicepresidente dell'Eurocamera, la socialista greca Eva Kalili che ora è agli arresti. La circostanza chiarisce anche il motivo per cui sia stata arrestata nonostante l’immunità parlamentare, secondo il regolamento interno del Parlamento europeo infatti l’immunità decade in caso di flagranza di reato.

Secondo il quotidiano belga L’Echo è stato arrestato anche il padre di Kalili, che a questo punto potrebbe perdere il seggio di vicepresidente.

Un vero e proprio scandalo sta scuotendo in queste ore il Parlamento europeo e in particolare il gruppo dei socialisti. Lo ha sollevato un’indagine per corruzione, riciclaggio e associazione a delinquere della Procura di Bruxelles, secondo cui il Qatar avrebbe tentato di influenzare le decisioni economiche e politiche «versando ingenti somme di denaro o offrendo regali di grande entità a terzi che ricoprono posizioni politiche o strategiche di rilievo all'interno del Parlamento europeo».

A Strasburgo, alla Plenaria dello scorso novembre, si è tenuto un dibattito sulla situazione dei diritti umani e dei lavoratori nello Stato del golfo dopo le polemiche sul trattamento dei dipendenti stranieri che hanno contribuito alla realizzazione degli stadi per il Mondiale. E in molti hanno storto il naso per una risoluzione finale che avrebbe potuto essere ben più severa

Le indagini hanno portato a sedici perquisizioni in diversi quartieri di Bruxelles. 

Sono quattro gli italiani fermati. Antonio Panzeri, eurodeputato dal 2004 al 2019, eletto nel centrosinistra. Sempre con il Pd e i suoi predecessori, nel 2017 ha lasciato i dem per aderire ad Articolo I. Luca Visentino per anni è stato punto di riferimento dei sindacati europei, oggi è segretario generale dell’organizzazione europea dei sindacati ETUC.

A casa di Panzeri sono stati trovati 600mila euro in contanti, e a Calusco d’Adda (Bergamo), anche moglie e figlia sono state arrestate e poste ai domiciliari: sono accusate di favoreggiamento, per gli inquirenti erano «pienamente consapevoli» delle attività dell’ex eurodeputato.

Gli altri due italiani fermati a Bruxelles sono Francesco Giorgi, assistente parlamentare dei socialisti e compagno della Kalili,  e Niccolò Figà-Talamanca, della ong No Peace Without Justice.

Un durissimo colpo per l’Eurocamera e in particolare per i socialdemocratici: «Data la gravità delle accuse, chiediamo la sospensione dei lavori su tutti i dossier e delle votazioni in plenaria riguardanti gli Stati del Golfo, in particolare la liberalizzazione dei visti e le visite previste», è la richiesta dei Socialisti.

Se i dem chiedono di «fare luce su accuse estremamente gravi», M5S chiede le dimissioni della vicepresidente Kalili.

«Il Parlamento europeo si schiera con fermezza contro la corruzione. In questa fase non possiamo commentare le indagini in corso, se non per confermare che abbiamo collaborato e collaboreremo pienamente con tutte le autorità giudiziarie e di polizia competenti. Faremo tutto il possibile per aiutare il corso della giustizia», twitta la presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola.

(Unioneonline/L)

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