Ha provato a minimizzare, ma ora il governo di Boris Johnson ha messo in campo l’esercito contro il pericolo che i britannici trascorrano un Natale a piedi e senza tacchino.

Da lunedì duecento soldati, la metà dei quali autisti di camion, saranno dispiegati nel Regno per rifornire le stazioni di servizio. Sarà anche esteso fino a marzo del prossimo anno il visto di lavoro a circa 300 camionisti stranieri.

E siccome il problema inizia a riguardare anche i prodotti alimentari, Downing Street ha prorogato il permesso ad altri 10mila lavoratori stranieri, tra autotrasportatori e lavoratori del settore avicolo.

Un paradosso per il popolo che cinque anni fa ha votato per la Brexit soprattutto per limitare l’ingresso di migranti a caccia di impiego.

"Solo immigrati qualificati”, era il mantra di Boris Johnson e dei “Brexiters”, che volevano nel Regno solo laureati, ingegneri, scienziati, medici. Un mantra che si sta ritorcendo contro, e ha portato la Gran Bretagna verso una crisi di approvvigionamento senza precedenti.

LE LUNGHE CODE PER LA BENZINA E LA CRISI ALIMENTARE – Sul fronte benzina situazione ancora critica a Londra e nel sud-est dell’Inghilterra. Anche oggi lunghe code e distributori rimasti a secco. La situazione invece migliora in Scozia, nel nord dell’Inghilterra e nelle Midlands.

Ma se migliora la crisi del carburante, si aggrava quella del settore alimentare. L’associazione dei macellai ha lanciato l’allarme: “Le forniture di carne per il prossimo Natale sono a rischio”. I sudditi di Sua Maestà, insomma, rischiano di dover rinunciare al tradizionale tacchino, o ai “pigs in blankets”, i wurstel avvolti da pasta sfoglia.

Per questo il governo ha deciso di estendere 4.700 visti destinati ai conducenti di trasporti alimentari fino a fine febbraio e altri 5.500 per i lavoratori del settore avicolo stranieri fino al 31 dicembre. Giusto in tempo per il cenone. 

(Unioneonline/L)

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