Sono tutti sardi i quattro militari della Brigata Sassari rimasti feriti nell’attacco alla base Unifil nelle vicinanze di Shama, in Libano.

Il raid (QUI LA RICOSTRUZIONE) è stato compiuto dai miliziani Hezbollah con almeno due razzi, che hanno colpito un bunker e una postazione logistica. Fortunatamente, da quanto si apprende le condizioni dei quattro soldati non sono gravi. «Non sono in ospedale e hanno già parlato con i propri familiari, rassicurando loro di star bene», riferisce l’Ansa. I nominativi e le località di provenienza dei quattro non sono stati resi noti.

Quanto accaduto ha suscitato dure reazioni da parte del Governo italiano. La premier Giorgia Meloni, esprimendo «vicinanza» ai militari feriti e al nostro contingente impegnato nella missione Onu in Medioriente, si è detta «profondamente indignata», mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello della Difesa Guido Crosetto hanno definito l’attacco «inaccettabile».

Messaggi di solidarietà ai soldati feriti sono arrivati anche dalla governatrice della Sardegna Alessandra Todde e dal presidente del Consiglio regionale Piero Comandini.

La Brigata Sassari ha assunto il comando del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon) lo scorso agosto e rimarrà nell'area operativa sino a febbraio.

I 500 “Dimonios” della Sassari appartengono al Comando Brigata, al 151esimo Reggimento fanteria, al Reggimento logistico, al Quinto Reggimento genio guastatori di Macomer e al 45esimo Reparto Comando e Supporti Tattici “Reggio”. 

(Unioneonline/l.f.)

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