Se fosse un’opera d’arte la potremmo chiamare “La bambina con la caramella”.

C’è una bimba ucraina di soli nove anni, in bocca un lecca lecca, nelle mani un fucile a doppia canna. E’ seduta sul davanzale della finestra di un edificio distrutto dai bombardamenti russi.

La sua non è un’espressione di terrore, non si intravede neanche un po’ di quella paura che immagineremmo di scorgere su un bambino in un Paese in guerra. Ma è un’espressione di sfida: per questo anche una bimba in tenera età può diventare l’emblema della fierezza del popolo ucraino, che sta cercando di resistere agli invasori. Oltre che icona della tragedia dei piccoli ucraini, sfollati, privati della scuola, uccisi a decine dai bombardamenti russi e colpiti persino alla nascita, come accaduto nell’ospedale pediatrico di Mariupol.

A vederla sembra un soldato che sta di guardia. I capelli della piccola sono intrecciati con un nastro che ha i colori della bandiera ucraina, la gamba è distesa lungo il davanzale e lo sguardo è rivolto verso l’esterno, quasi a fare attenzione che non arrivi il nemico.

Un’immagine che, per quanto “costruita” e scattata dal padre della piccola, è di fortissimo impatto. Postata sui social proprio con il titolo “Bambina con caramella”, rimbalza sul web e diventa virale dopo essere ripresa anche dall’ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. “Per favore, non ditele che sanzioni più dure sarebbero troppo costose per l'Europa”, è il messaggio con cui il politico polacco accompagna lo scatto. Migliaia i retweet e le condivisioni.

(Unioneonline/L)

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