Le forze armate cinesi hanno concluso la tre giorni di giochi di guerra per accerchiare Taiwan, decisi in risposta all'incontro di Los Angeles tra la presidente di Taipei Tsai Ing-wen e lo speaker della Camera americana Kevin McCarthy.

In campo una prova muscolare tra sistemi missilistici, navi militari e ondate di caccia e bombardieri lanciati anche dalla portaerei Shandong, utile ad «acquisire esperienza nel coordinare le diverse unità nel blocco dell'isola».

Uno scenario che, secondo la propaganda di Pechino, non è stato intaccato dalla sorpresa del cacciatorpediniere americano Uss Milius - alle prese con una missione "illegale" sulla libertà di navigazione nel mar Cinese meridionale, vicino alle contese isole Spratly -, oppure dall'allerta di Tokyo che ha inviato i suoi jet di fronte alle attività della Shandong, schierata a sud di Giappone e Taiwan da cui sono decollati e atterrati 80 caccia e 40 elicotteri.

Il Comando del teatro orientale dell'Esercito popolare di liberazione cinese «ha concluso con successo i compiti di pattugliamento, testando in modo completo le truppe in condizioni di combattimento effettive e congiunto multiservizi, e con armi integrate», ha affermato in una nota serale il portavoce Shi Yi, rivendicando la prontezza nel «distruggere in qualsiasi momento ogni forma di separatismo di indipendenza di Taiwan e i tentativi di interferenza straniera». 

Nelle ultime ore il ministero della difesa di Taiwan ha riferito di aver rilevato fino alle 11 locali (le 5 in Italia) un totale di 26 jet militari e nove navi da guerra cinesi intorno all'isola. La Cina «ha inviato aerei militari che hanno attraverso la linea mediana dello Stretto di Taiwan da nord, dal centro e dal sud», ha comunicato il ministero in una nota.

La vita a Taiwan è proseguita normalmente nonostante le tensioni, senza segni di panico o interruzione, e anche i voli civili intorno all'isola, compreso lo Stretto di Taiwan, non hanno accusato alcuna interruzione. I partiti di governo e di opposizione di Taipei, in una rara dimostrazione di unità, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta dei loro comitati parlamentari condannando le esercitazioni cinesi. «Il popolo e il governo di Taiwan hanno il diritto di condurre normali scambi con altri Paesi e di contribuire alla comunità internazionale attraverso la partecipazione», si legge nella dichiarazione. Mentre «le autorità cinesi non hanno il diritto di ostacolare e non possono cambiare la forte volontà del governo e della gente di Taiwan a uscire nel mondo».

(Unioneonline/D)

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