«Hamas ha perso il controllo della Striscia». Lo ha annunciato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, aggiungendo che «i miliziani stanno fuggendo al sud mentre le truppe israeliane hanno preso il Parlamento di Gaza City». E se nessuna delle due forze in campo mostra la volontà di fare un passo indietro, i combattimenti in corso ora hanno come epicentro le aree vicine agli ospedali, che Hamas ha trasformato in luoghi di resistenza contro l’esercito. Un dettaglio che ha destato perplessità e preoccupazione tra le fila della ong Human RIght Watch (Hrw), che punta il dito contro il governo di Netayahu. «I ripetuti attacchi, apparentemente illegali – spiega l’organizzazione – dell'esercito israeliano contro strutture mediche, personale e trasporti stanno ulteriormente distruggendo il sistema sanitario di Gaza e dovrebbero essere indagati come crimini di guerra».

 «Le preoccupazioni per gli attacchi sproporzionati – continua la Hrw in un comunicato – sono amplificate per gli ospedali. Anche la minaccia di un attacco o di un danno minore può avere enormi implicazioni sulla vita o sulla morte dei pazienti e degli operatori sanitari». «Il governo israeliano dovrebbe porre fine agli attacchi agli ospedali. La Commissione internazionale indipendente d'inchiesta sui territori palestinesi occupati e la Corte penale internazionale dovrebbero indagare», conclude la nota.

Agli avvertimenti della Ong si aggiungono le parole del re di Giordania Abdullah, secondo il quale «qualsiasi scenario che includa la rioccupazione di parti di Gaza da parte di Israele peggiorerà la crisi e le continue "violazioni" israeliane in Cisgiordania e Gerusalemme potrebbero spingere la regione verso un'esplosione». Come riportato dall’agenzia di stampa ufficiale Petra citata dal Guardian. «Una soluzione militare o di sicurezza non avrà successo», conclude il sovrano, sottolineando che il conflitto ha avuto origine nell'occupazione e nella privazione dei diritti del popolo palestinese. Alla situazione infuocata si aggiungono poi le dichiarazioni dell'Onu, secondo il quale le operazioni umanitarie a Gaza «cesseranno entro 48 ore a causa della mancanza di carburante».

(Unioneonline/v.f.)

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