«L'Iran e i suoi alleati hanno cercato di uccidere me e mia moglie. La pagheranno». Sembra avvicinarsi ancora di più la ritorsione israeliana contro Teheran dopo che un drone lanciato dal Libano ha preso di mira la casa di Benyamin Netanyahu a Cesarea, senza causare feriti ma alimentando la rabbia del premier.

I primi a vederlo sono stati i fedeli che camminavano verso la sinagoga per la preghiera di Shabbat alle 7.30 del mattino: prima il fragore di un elicottero da combattimento, poi un ronzio, un drone che lo supera in velocità, subito dopo un potente boato. Le sirene d'allarme non sono scattate. La zona è una delle più sensibili di Israele, Cesarea, dove si trova l'elegante villa del premier. Dopo che l'Idf aveva annunciato che era stata «colpita una struttura nell'area» della città costiera, l'ufficio del premier ha diffuso una breve nota: «Un velivolo senza pilota è stato lanciato verso l'abitazione del primo ministro a Cesarea. Netanyahu e la moglie Sarah non erano nell'abitazione». Confermando l'esplosione, ma senza dire se la residenza fosse stata colpita - come invece hanno sostenuto Axios e media arabi - come prevede la censura militare, che non dà informazioni al nemico. «Nulla ci scoraggerà», è stata la prima reazione di Netanyahu ripreso in un video per rassicurare sul suo stato.

In serata il premier israeliano ha avuto un colloquio con il candidato alla presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump: lo scrive Times of Israel

che cita l'ufficio del primo ministro. Netanyahu ha parlato anche con il presidente della Camera degli Stati Uniti, Mike Johnson: «Gli ho detto che l'America è forte con Israele e gli ho ribadito il nostro costante impegno a contrastare l'Iran e i suoi alleati terroristici», scrive Johnson su X.

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata