In Russia si sono aperte le procedure di voto per il rinnovo della Duma, nonché di varie amministrazioni locali.

La presidente della Commissione Elettorale Centrale, Ella Pamfilova, ha denunciato "pesanti attacchi" informatici contro le infrastrutture per il voto online e ha sostenuto che "almeno la metà" proviene dagli Stati Uniti.

Inoltre Google e Apple hanno, alla fine, ceduto alle pressioni di Mosca e hanno rimosso l'app di Navalny dai loro negozi virtuali, incassando il plauso del Cremlino.

"Danneggia gli elettori", ha commentato il portavoce Dmitry Peskov.

Il quartier generale di Navalny, finito in carcere nel gennaio scorso, è ovviamente di avviso opposto: "La decisione di rimuovere l'app da Google Play ed App Store è una grande delusione: è un atto di censura politica e non può essere giustificato", ha scritto su Twitter la sua portavoce Kira Yarmysh.

L'applicazione - chiamata semplicemente Navalny - serve infatti a far "girare" il sistema di voto intelligente creato dal nemico numero uno di Putin per convogliare le preferenze verso tutti quei candidati che nei collegi uninominali (225, su 500 seggi in palio in totale) possono dar del filo da torcere agli uomini di Russia Unita. Il grosso degli endorsement è finito al Partito Comunista.

Il presidente ha già votato, comodamente dal suo ufficio: è in autoisolamento in seguito a uno scoppio di casi di coronavirus nel suo entourage (o perlomeno questa è la spiegazione ufficiale).

Secondo i dati ufficiali, oltre un milione di moscoviti ha già votato su Internet (la capitale è una delle sette regioni della Russia dov'è permesso). In generale l'affluenza totale, calcolata sulla media dei seggi aperti negli undici fusi orari in cui è divisa la Russia, ha toccato (alle 4 del pomeriggio di Mosca) il 9% degli aventi diritto. Si vota sino a domenica. Ma si temono brogli.

(Unioneonline/F)

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