Joe Biden conservò e divulgò materiali altamente classificati quando era un privato cittadino, inclusi documenti sulla politica militare ed estera in Afghanistan e altre questioni sensibili di sicurezza nazionale. 

Questa la conclusione cui è giunto il procuratore speciale Robert Hur che, pur criticando la gestione dei documenti da parte del presidente, ritiene che non debba essere incriminato.

Nulla di penalmente rilevante, ma tante cose politicamente imbarazzanti per Joe Biden, che avrebbe «dimenticato» i documenti in una casa presa in affitto in Virginia. Non li avrebbe trattenuti volontariamente, dunque, ma il procuratore dipinge il presidente Usa come un uomo vecchio e smemorato.

«Un uomo anziano, disponibile e ben disposto, con una memoria che ha significative limitazioni», così viene descritto Biden dal procuratore. Il rapporto sottolinea la buona fede e l’immediata collaborazione del presidente Usa, ma ne dipinge un ritratto di uomo inadatto a guidare gli Stati Uniti.

Tanto che lo speaker della Camera lo ha definito «non idoneo» alla Casa Bianca. «Un uomo così incapace che non può essere incriminato per aver mal custodito le carte è certamente inadatto allo Studio Ovale».

A ciò si aggiungo le gaffe su Macron confuso con Mitterand e Angela Merkel con Helmut Kohl. E anche Putin ha gioco facile a fare una battuta, intervistato dall’ex anchor di Fox News Carlson Tucker: «Biden? Non mi ricordo quando è stato l’ultima volta che ci ho parlato, non posso ricordarmi tutto», ha risposto il presidente russo in maniera sarcastica.

Biden dal canto suo rivendica: «Il procuratore speciale ha concluso che io non ho commesso crimini e che ho collaborato con la giustizia. Trump, al contrario, ha mentito e non ha collaborato».

Ma deve anche rispondere alle accuse imbarazzanti contenute nel rapporto: «La mia memoria è a posto, guardate quello che ho fatto da quando sono presidente». E attacca Robert Hur, che nel rapporto sostiene anche che il presidente non ricordasse la data della morte del figlio Beau: «Come ha osato? Ricordo ogni minuto, ogni istante di quel giorno».

Subito, però, dopo fa un’altra gaffe, parlando della situazione a Gaza confonde il presidente del Messico con quello egiziano Al Sisi: «Come sapete, inizialmente il presidente del Messico Sisi non voleva aprire l'accesso per permettere l'ingresso di materiale umanitario. Gli ho parlato, l'ho convinto a aprire l'accesso». Il riferimento era ad Al Sisi, ovviamente, che è però il presidente dell’Egitto e non del Messico.

(Unioneonline/L)

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