Quattro membri della famiglia di origine indiana più ricca del Regno Unito, gli Hinduja, padroni di un impero economico-finanziario intercontinentale e saldamente in testa alla classifica annuale dei nababbi britannici redatta dal Sunday Times con un patrimonio stimato in oltre 37 miliardi di sterline (quasi 44 miliardi di euro), sono stati condannati al carcere dalla giustizia svizzera per lo sfruttamento sistematico dei dipendenti nella loro villa sul lago di Ginevra, costretti a turni e condizioni disumani per un salario da fame.

Ai coniugi Prakash e Kamal Hinduja, rispettivamente di 78 e 75 anni, è stata inflitta una pena detentiva di quattro anni e sei mesi, mentre il loro figlio Ajay (56 anni) e la moglie cinquantenne di quest'ultimo, Namrata, sono stati condannati a quattro anni. Il tribunale di Ginevra li ha invece assolti dall'accusa ancora più grave di traffico di essere umani, presentata dal pubblico ministero Yves Bertossa, secondo cui il personale impiegato nella villa, una volta arrivato dall'India, veniva privato del passaporto e sottoposto a una libertà di movimento ridotta.

Fra i tanti dettagli imbarazzanti per una dinastia con origini indiane ma poi trasferitasi in Svizzera e in Gran Bretagna, con interessi economici nei settori più diversi, dal petrolio al gas, fino al comparto bancario e alla sanità - controllati del Gruppo Hinduja presente in 38 Paesi e con 200.000 dipendenti - quello più eclatante riguarda le spese sostenute nella magione immersa nel lusso per mantenere un singolo cane, risultate più alte di quelle per pagare i dipendenti. In media ai domestici che hanno avviato l'azione legale contro i loro datori di lavoro veniva dato meno di 8 euro al giorno, pagati non in franchi svizzeri ma in rupie indiane, per turni anche di 18 ore.

La presidente del tribunale di Ginevra, Sabina Mascotto, non ha usato mezzi termini nel pronunciare la sentenza: «Le motivazioni degli imputati sono egoistiche» e guidate «dall'avidità». Gli avvocati dei quattro Hinduja, tutti con cittadinanza svizzera e non presenti in aula, hanno già fatto sapere che faranno ricorso.

(Unioneonline/D)

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