Una fuga che va avanti da trent’anni e che ci si era illusi potesse finire mercoledì scorso, quando su segnalazione della Procura di Trento le forze speciali olandesi sono entrati in un ristorante all’Aja, in Olanda, e con le armi spianate hanno catturato quello che pensavano fosse la primula rossa di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, il boss di 59 anni ricercato dal ‘93 e condannato a diversi ergastoli.

Ma quell’uomo altro non era – come poi dimostrato anche dalla prova del Dna – un turista di Liverpool di 54 anni, Mark, in Olanda col figlio per assistere al Gran Premio di Formula 1. Il malcapitato è stato per qualche giorno nel carcere di massima sicurezza di Vught, prima di essere liberato.

Uno scambio di persona davvero clamoroso che ha messo in imbarazzo gli investigatori olandesi e la Procura di Trento, che ha lanciato la segnalazione di arresto.

“Abbiamo operato in maniera corretta — afferma il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, per scongiurare anche possibili incidenti diplomatici tra Procure —, se l’indagine di Trento avesse avuto profili di sovrapposizione con l’inchiesta della Procura di Palermo allora sarebbe stato dovuto il coinvolgimento anche di quell’ufficio. Ma l’indagine di Trento, che non riguardava il latitante, era fondata su fatti autonomi”.

In tutto questo polverone non è da sottovalutare la disavventura del povero turista appassionato di Formula 1. La vicenda non finisce qui, ha spiegato il suo avvocato Leon van Kleef al Guardian:  “È stato un incubo e sarebbe potuto capitare a chiunque, in questo caso è toccato al mio assistito. Quando mi hanno avvertito che era stato arrestato perché scambiato per il boss della mafia Matteo Messina Denaro, ho creduto che si trattasse di uno scherzo. Sapevo che il mio cliente era nato e cresciuto in Inghilterra ed ha un marcato accento di Liverpool. Era evidente che c’era stato un fraintendimento”. Il leagle non ha escluso una richiesta di risarcimento.

(Unioneonline/L)

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