Un attentato in Usa simile a quello del 22 marzo rivendicato dall'Isis al Crocus City hall di Mosca, dove sono morte 144 persone: a mettere in guardia contro tale pericolo è stato il capo dell'Fbi Christopher Wray in un’audizione al Congresso sul budget per il Bureau.

«Ripensando alla mia carriera, mi sarebbe difficile pensare a un periodo in cui così tante minacce alla nostra sicurezza pubblica e alla sicurezza nazionale erano tutte così elevate nello stesso momento, ma è così mentre sono qui oggi», ha ammonito. «La nostra preoccupazione più immediata è stata che individui o piccoli gruppi traessero un'ispirazione distorta dagli eventi in Medio Oriente per effettuare attacchi qui in patria», ha spiegato alla commissione della Camera preposta alle leggi di stanziamento fondi. «Ma ora è sempre più preoccupante il potenziale per un attacco coordinato qui in patria, simile all'attacco Isis-k che abbiamo visto nella sala da concerti russa un paio di settimane fa», ha sottolineato.

Non si teme più o non solo, quindi, l'azione di lupi solitari o di ristretti gruppi improvvisati ma il piano di un commando ben organizzato.

Sale perciò l'allerta nel Paese e si somma a quella per il timore di attacchi imminenti di Teheran a Israele o al suo alleato americano in risposta al raid dell'Idf a Beirut contro il consolato iraniano, nel quale sono morti dirigenti dei pasdaran.

(Unioneonline/v.l.)

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