Abdesalem Lassoued, l'attentatore tunisino che ieri ha ucciso due persone a Bruxelles, è arrivato a Lampedusa nel 2011 a bordo di un barchino. Aveva utilizzato un altro alias, la Digos della Questura agrigentina ha accertato il fatto tramite l’esame delle impronte digitali. Dopo una permanenza in Italia e una richiesta d’asilo presentata a Torino è andato in Svezia, da dove sembra sia stato espulso.

Tornato in Italia, nel 2016 è stato identificato a Bologna (dove era andato per chiedere l’ammissione al programma di protezione internazionalecome radicalizzato: aveva espresso la volontà di aderire alla jihad e partire per combattere. L'uomo è stato monitorato anche dall'intelligence. In seguito è andato in Belgio.

Non si esclude che ieri abbia colpito proprio due svedesi per il malcontento che provava verso il Paese da cui era stato espulso. 

«Si vive per la religione e si muore per la religione. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno», così l’uomo rivendicava sui social la sua folle crociata.

Un’escalation di minacce culminata nel gesto estremo di ieri: l’attacco ai tre cittadini svedesi nel cuore di Bruxelles, la lunga fuga nella notte, poi l’arresto e la morte in uno scontro a fuoco con la Polizia.

Nato nel 1978, l’uomo era monitorato dalle autorità federali e ben noto ai servizi. Nel 2019 aveva presentato richiesta d’asilo in Belgio, una richiesta respinta un anno dopo. In quel momento è sparito dai radar. Il 12 febbraio del 2021 il suo nome è stato cancellato dal registro nazionale del Comune. L’ordine di lasciare il Paese, emesso sempre nel 2021, non è mai diventato operativo. Nello stesso anno l’uomo è stato fotografato a Genova, in piazza della Vittoria

I carabinieri del Ros ora, assieme all’autorità giudiziaria di Bologna e alla Digos, stanno indagando per ricostruire il percorso fatto in Italia dall'attentatore tunisino e risalire alla sua rete di conoscenze nel nostro Paese.

Negli ultimi mesi avrebbe continuato a vivere a Schaerbeek, lo stesso quartiere dove risiedeva Najim Laachraoui, uno degli attentatori dell'aeroporto internazionale di Bruxelles nel 2016. E ad una manciata di chilometri da Molenbeek, il rifugio di Salah Abdeslam, tra gli assassini della strage del Bataclan, nel novembre del 2015.

Nelle ore precedenti all'omicidio dei due svedesi, sul suo account Facebook - dove il profilo dell'uomo porta il nome di Slayem Slouma - l'attentatore dapprima ha girato un video in cui, col volto incappucciato, dichiarava che «il libro di Allah è una linea rossa per cui sacrificarsi». Poi, subito dopo l'attentato, sullo stesso account è comparso un altro video. A volto scoperto l'umo ha rivendicato l'appartenenza all'Isis e l'attentato. «Mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre svedesi ora».

(Unioneonline/L)

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