La prima volta non gli andò proprio bene. L’estate scorsa Alberto Zangrillo parlò di virus “clinicamente morto”. Da allora abbiamo avuto altre due ondate e più di 90mila morti, rispetto ai 35mila circa che fece la prima.

Oggi il primario di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele ribadisce quel concetto: “Il virus è clinicamente morto, almeno nei reparti. Il mio compito di clinico è interpretare la realtà, il 31 maggio 2020 dissi che il virus era clinicamente inesistente perché nel mio ospedale da un mese non entrava un paziente Covid da ricoverare. Oggi ripeterei esattamente la stessa cosa, perché nell'ultima settimana sono arrivati 11 contagiati di cui 8 rimandati a casa e 3 ricoverati per motivi non gravi”.

Zangrillo 2 la vendetta, insomma: “Nessuno vuol disconoscere la pandemia – precisa -, ma basta allarmismi. Hanno solo portato a un clima negativo, spaventare le persone non è mai educativo”.

I dati dell’Iss dicono che “negli under 30 lo 0,07% corre il rischio di morte, negli under 40 lo 0,28%, c’è una grande differenza con gli over 70. Ai giovani bisogna dire di usare la mascherina e non creare assembramenti inutili, è sbagliato dire loro che rischiano l’ospedale”.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata