"La violenza contro le donne è un fallimento della nostra società nel suo insieme, che non è riuscita, nel percorso di liberazione compiuto dalle donne in quest'ultimo secolo, ad accettare una concezione pienamente paritaria dei rapporti di coppia". Così il Presidente Sergio Mattarella nella Giornata internazionale volta a sensibilizzare su un fenomeno che, purtroppo, non conosce fine: solo nel 2021 in Italia si sono registrati 108 femminicidi dall'inizio dell'anno e 88 donne sono state uccise dal proprio compagno.

Tale violenza "prende origine da una visione distorta dei rapporti tra uomo e donna – prosegue Mattarella – che vede la seconda come oggetto e in ogni caso come soggetto non degno di un pieno rispetto. È nell'idea di inferiorità che pervade, ancora troppo spesso, l'approccio alla questione femminile, in cui si trovano le radici di ogni forma di violenza".

"Occorre uno sforzo unanime di tutte le Istituzioni per combattere alla radice questo cancro sociale – le parole del presidente della Regione Sardegna Christian Solinas – garantendo una rete di sostegno che indichi e garantisca alle vittime il percorso per liberarsi da ogni genere di violenza e oppressione, partendo dall'ascolto.

“La Regione Sarda – dice ancora Solinas – è impegnata sul territorio con il sostegno ai centri antiviolenza, per garantire alle donne vittime di violenza quel momento di accoglienza e ascolto che è il presupposto per un percorso di liberazione da situazioni di violenza di ogni genere, dentro e fuori le mura domestiche”. “Nell'anno in cui celebriamo Grazia Deledda, luminoso emblema della donna sarda – la conclusione – vogliamo moltiplicare il nostro impegno per combattere ogni forma di violenza contro le donne, coscienti che ancora molto resta da fare”.

Da parte di monsignor Giuseppe Baturi, vescovo di Cagliari, “un pensiero alle vittime e agli orfani di femminicidio, ma anche alle donne che non trovano il coraggio di denunciare il loro dramma, affrancando sé stesse dalla violenza. Penso anche ai giovani, per i quali urge un grande impegno educativo affinché la scoperta dell'amore si purifichi da ogni istinto violento e si compia sempre più come rispetto dell'altro e della sua libertà e desiderio di servirne il bene”.

La panchina rossa inaugurata a Narcao (foto concessa)
La panchina rossa inaugurata a Narcao (foto concessa)
La panchina rossa inaugurata a Narcao (foto concessa)

LE INIZIATIVE NELL’ISOLA – A Cagliari, il palazzo del Consiglio regionale, in via Roma, si illuminerà di rosso in segno di partecipazione e solidarietà. Ad accompagnare la speciale illuminazione una banda rossa con la scritta “#25 novembre, il Consiglio regionale della Sardegna contro la violenza sulle donne”.

Alle 10, nel Largo Carlo Felice, il Cagliari Calcio, con l'associazione Donna Ceteris, inaugura una panchina rossa di fronte alla statua di Carlo Felice. Sempre alle 10, in programma anche un incontro con gli studenti della scuola Pertini, mentre alle 10:30, negli uffici della Questura, verrà inaugurata una "stanza delle parole al sicuro", dedicata all'ascolto protetto delle vittime di reati di genere. 

Alle 12, ci sarà invece la cerimonia di inaugurazione di una panchina rossa nel Parco di Monte Claro. Nel pomeriggio, in Piazza Garibaldi, sarà allestito un gazebo con la presenza di una équipe specializzata della Polizia di Stato e con la partecipazione dei centri antiviolenza, per sensibilizzare la cittadinanza anche attraverso la distribuzione di materiale informativo. Alle 15.30 a Pirri "Smaschera la violenza", infine alle 19, in Municipio, le donne raccontate attraverso le cronache (dell'Unione Sarda), tratto da un lavoro editoriale della giornalista Maria Francesca Chiappe.

Scarpette rosse fuori dal Municipio di\u00A0Nuoro (foto concessa)
Scarpette rosse fuori dal Municipio di\u00A0Nuoro (foto concessa)
Scarpette rosse fuori dal Municipio di Nuoro (foto concessa)

A Cabras, l'amministrazione guidata dal sindaco Andrea Abis ha programmato un evento in collaborazione con il mondo della scuola, per sensibilizzare le nuove generazioni verso un tema molto attuale. Nelle piazze Ravenna e Azuni e nel giardino della scuola di via De Gasperi, a partire dalle 9, gli studenti dipingeranno di rosso tre panchine, per lanciare un messaggio di partecipazione e dire “no” alla violenza.

A Narcao tante le iniziative in programma per riflettere, con il coinvolgimenti delle istituzioni, dell’amministrazione comunale, dei centri antiviolenza e degli alunni delle scuole elementari e medie. Inaugurata una panchina rossa, la seconda nel Comune, collocata in un terreno privato che ospita attività ricreative per bambini e ragazzi con diversità. Alle 17:30 un appuntamento, aperto a tutti e per riflettere, nelle sale delle miniere di Rosas.

Sarà allestita, invece, sabato 27 in piazza Martiri a Villanovafranca una nuova panchina rossa voluta dall'amministrazione comunale.

A Sassari la Polizia di Stato è in piazza d'Italia col camper di "Questo non è amore", la campagna permanente di sensibilizzazione che viene rilanciata in occasione della Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza di genere. Non solo: alle 17.30 la facciata della Questura, in via Palatucci, si tingerà di arancione per la campagna internazionale "Orange the world", iniziativa in collaborazione con Soroptimist International Club Sassari. In Università una finestra con una luce rossa, accesa fino all’alba del 26 novembre, e una sedia vuota, collocata nell’atrio dell’Università, il gesto in omaggio alle donne vittime di violenza.

Oristano la Polizia di Stato sarà presente negli spazi del centro commerciale “Porta Nuova” con uno stand dedicato all’evento. Nell’occasione le persone interessate potranno conoscere le linee che la Questura di Oristano intende percorrere al fine di tutelare le vittime di questa tipologia di reati; durante l’evento sarà inoltre possibile denunciare episodi di violenza o ricevere informazioni utili per contrastare e sconfiggere il fenomeno che, sempre più frequentemente, riempie le pagine della cronaca nazionale ed internazionale.

I PROVVEDIMENTI IN ARRIVO – "Troppe le donne uccise, troppe le richieste di aiuto non adeguatamente e tempestivamente raccolte. Una vergogna della nostra civiltà" aveva tuonato ieri il ministro della Giustizia Marta Cartabia nella presa d'atto di un sistema che non sta funzionando.

Da 40 anni lo Stato ha cancellato quell'aberrazione che era il delitto d'onore. Da allora periodicamente il codice è stato aggiornato, la prassi adattata ai tempi: nuovi reati, pene più severe, campagna di prevenzione, centri d'ascolto. Poi però arriva il tempo dei bilanci, come in questi giorni, e i dati parlano di 109 donne morte dall'inizio dell'anno, l'8% in più rispetto all'anno scorso, 63 per mano del partner o dell'ex. E non sono fredde statistiche, ma vite interrotte.

L'ultima è quella di Juana Cecilia Loayza, 34 anni, uccisa venerdì notte in un parco a Reggio Emilia, da un recidivo. In Sardegna, che ha il triste primato nell’incidenza sulla popolazione di reati di revenge porn, note sono purtroppo le morti di Angelica di Quartucciu o i casi gravi di violenza registrati a Sennori, Tortolì e Cagliari.

Obiettivo, dunque, pensare a nuove misure, e farlo in fretta. "La gravità dei fatti - ha ricordato il ministro della Giustizia - chiama le istituzioni a ripensare norme e procedure più adeguate": la violenza di genere non si corregge "solo a colpi di leggi", ma le leggi servono.

In arrivo, dunque, pacchetto a cui lavorano cinque ministre, e che dovrebbe arrivare sul tavolo del governo la prossima settimana, con interventi sul codice penale e di procedura penale per rafforzare gli strumenti di prevenzione: quindi aumento di pena per i delitti di percosse e le lesioni e procedibilità d'ufficio. Con il Viminale si sta anche studiando l'estensione dell'utilizzo del braccialetto elettronico, e nel caso di rifiuto potrebbero scattare gli arresti domiciliari.

(Unioneonline/v.l.)

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