«Io gridavo e provavo a bloccare le auto che passavano, ma nulla. Nessuno mi aiutava. L'indifferenza della gente mi ha fatto davvero male».

Parla la donna aggredita e violentata nei giorni scorsi in un sottopasso a Roma, in zona Porta Pia, da un senza fissa dimora di origini marocchine. «Sono sollevata – dice al Messaggero – nel sapere che è in carcere perché nessun'altra deve subire l'atrocità che ho vissuto: un'ora al buio, nell'inferno del mio aguzzino».

Poi ricorda cos'è accaduto quella notte: «Dopo aver trascorso una serata con le amiche, stavo andando a piedi alla stazione Termini per prendere il bus che mi avrebbe riportata a casa quando ho sentito una persona bloccarmi da dietro. Con un braccio mi ha stretta a sé e mi ha portata nel sottopasso».

«Era tutto buio – continua - Ero a terra e sentivo che sotto di me c'erano alcune coperte e dei piumini. Era tutto nero. È stato tutto così traumatico che non so dire nemmeno quanto tempo abbia trascorso in quel posto terribile. Circa un'ora credo, che però è sembrata un'eternità. Ho avuto paura di morire».

L'allarme è scattato intorno alle 6 del mattino quando la stessa donna ha contattato il 112. La 42enne è stata soccorsa in piazza della Croce Rossa, in zona Porta Pia, con tumefazioni al volto e alle braccia. Poi il drammatico racconto.

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata