Truffa all'Inps e al ministero di GiustiziaQuattro arresti, un senatore indagato
Quattro tra avvocati, collaboratori di studio e funzionari dell'Ente nazionale assistenza sociale sono stati arrestati a Roma dalla Guardia di Finanza.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Associazione a delinquere, truffa aggravata ai danni dello Stato, falso in atto pubblico e riciclaggio. Sono questi i reati di cui sono accusate quattro persone, tra cui due avvocati, una collaboratrice di studio, Barbara Conti, ai domiciliari, un'impiegata dell'Ente nazionale assistenza sociale (Enas) in Croazia, Adriana Mezzoli, e un ex dipendente di banca Intesa, Vincenzo Palazzo, arrestati questa mattina nell'ambito di un'inchiesta della procura diRoma, coordinata dal procuratore aggiunto aggiunto Nello Rossi. L'accusa è di aver messo in piedi una truffa da 22 milioni di euro ai danni dell'Inps e del ministero della Giustizia. Indagato anche un senatore di Scelta Civica, il finiano Aldo Di Biagio, eletto alle ultime elezioni. Secondo gli investigatori "Di Biagio è risultato direttamente beneficiario finale di 443.589 euro costituiti da assegni circolari".
Il senatore, già collaboratore di Gianni Alemanno, quando era ministro dell'Agricoltura, avrebbe aiutato i principali soggetti coinvolti nella vicenda a rintracciare i nominativi da sottoporre all'istituto di previdenza ed avere i rimborsi o integrazioni da diverse migliaia di euro alla volta.
I provvedimenti cautelari, firmati dal gip Paola Della Monica, sono stati eseguiti dai militari del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza.
''Non ho capito nemmeno io di che cosa si tratta - ha commentato Di Biagio, raggiunto dall'Agi - mi inquisiscono per aver promosso una causa, quindici anni fa, quando ero responsabile del patronato Enas.
Io sono sereno, aspetto solo di conoscere i dettagli di questa vicenda''. ''La mia attività in Scelta Civica, comunque, non c'entra assolutamente nulla'', ha concluso.
I due avvocati del Foro di Roma, invece, Nicola Staniscia e Gina Tralicci, marito e moglie, ritenuti a capo dell'associazione per delinquere, avrebbero sottratto dalle casse dell'Inps in soli cinque anni oltre 22 milioni di euro patrocinando ricorsi per ottenere oneri accessori sulle pensioni per conto di centinaia di persone residenti all'estero decedute o ignare. I due, inoltre, avrebbero recentemente depauperato le casse dello Stato di ulteriori somme ingenti, promuovendo ricorsi fraudolenti contro il ministero della Giustizia.
Ma le indagini hanno permesso anche di fare luce su una struttura estera dell'organizzazione, in Argentina e in Croazia, nonché sul coinvolgimento di altri avvocati e collaboratori, oltre al parlamentare. Illecito, ad esempio, l'operato di Vincenzo Palazzo, ex dipendente di Banca Intesa che, commutando gli assegni, consentiva alla coppia di avvocati arrestati di incassarli, dopo aver vinto la causa con l'istituto di previdenza. E c'è anche un professore universitario alla Sapienza, Paolo Garau, indagato per falso ideologico per aver falsamente attestato che il figlio di Staniscia, Edoardo Manfredi, aveva superato un esame con un brillante 30 quando in realtà lo studente conosceva in anticipo le domande della prova.
In tutto sono dunque 16 le persone indagate per reati che vanno, a seconda delle singole posizioni, dall'associazione per delinquere, alla truffa aggravata ai danni dello Stato, alla falsità commessa da pubblici ufficiali in atti pubblici, fino al riciclaggio.
I milioni di euro ricavati con la truffa sono stati utilizzati, in parte, per acquistare una villa a Cortina d'Ampezzo ed immobili di pregio a Roma, in parte per la costituzione di consistenti provviste finanziarie, schermate da società fiduciarie, giacenti su rapporti di conto corrente accesi in Svizzera, Lussemburgo, Gran Bretagna e Panama.
I militari del Nucleo speciale polizia valutaria di Roma hanno inoltre sequestrato preventivamente tre appartamenti e 2,5 milioni di euro su conti correnti radicati in Milano, Roma e Svizzera. Inoltre sono scattate perquisizioni nella capitale e a Padova presso gli studi legali e le abitazioni degli indagati.