A segnalare i primi casi in Italia è la Società Italiana di Andrologia Medica e Medicina della Sessualità (Siams), presieduta dall'andrologo Carlo Foresta. "Abbiamo pensato di mettere in relazione i dati sulla frequentazione di pornografia online con alcuni disturbi che colpiscono una fascia di età molto giovane e sempre più frequenti negli ultimi anni", ha spiegato Foresta a margine del convegno della Siams che si apre oggi ad Abano Terme (Padova). I dati relativi al consumo di siti pornografici sono stati commissionati dalla società scientifica ad un'azienda specializzata nell'analisi sul traffico online e si basano su un campione di 28.000 utenti maschi. "Dall'analisi - ha detto ancora Foresta - emerge che la frequentazione dei siti pornografici comincia molto precocemente, tra 15 e 16 anni, e avviene quotidianamente anche per 3-4 anni, anche con la possibilità di una sessualità attiva online, attraverso le chat". Tutto questo interrompe la maturazione di una sessualità legata all'affettività e crea una sorta di assuefazione anche alle immagini più violente. L'anoressia sessuale, come la definiscono gli esperti, si collegamenti ai siti pornografici, poi con un generale calo di desiderio e alla fine diventa impossibile avere un'erezione". Non è una condizione irreversibile: con una buona assistenza, ha concluso, il recuperò è possibile in alcuni mesi.
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