Con la fine dello stato di emergenza tornano a scuola i professori no vax, ma devono lavorare il doppio. Non dovranno infatti svolgere le 18 ore settimanali di lavoro previste per medie e superiori, ma ne dovranno fare 36 perché considerati “temporaneamente inidonei all'insegnamento”.

Lo ha stabilito in una circolare il ministero dell’Istruzione, quindi l’Associazione nazionale presidi ha raccomandato ai propri iscritti di attenersi a questa decisione.

Il dirigente scolastico, che prevede solo 18 ore al collega non vaccinato che rientra a scuola, “potrebbe addirittura incorrere in una responsabilità erariale”, spiega l'Ufficio legislativo del ministero, secondo il quale “l'orario dei docenti non è limitato alle 18 ore di insegnamento frontale, estendendosi anche a tutte le attività funzionali all'insegnamento, individuali e collegiali”.

Dunque è “ragionevole” un'equiparazione tra docenti-insegnanti (vaccinati) e docenti adibiti a mansioni di supporto (non vaccinati e quindi inidonei alla docenza) sul piano dell'orario lavorativo complessivo.

I prof non vaccinati infatti tornano a scuola, ma non in classe. Potranno essere utilizzati “per il servizio di biblioteca e documentazione, l’organizzazione di laboratori, il supporto nell'utilizzo degli audiovisivi e delle nuove tecnologie informatiche, le attività relative al funzionamento degli organi collegiali, dei servizi amministrativi e ogni altra attività deliberata nell'ambito del progetto d'istituto”, precisa la circolare del ministero firmata dal capo dipartimento per le risorse umane Jacopo Greco e dal capo dipartimento per il sistema educativo Stefano Versari.

(Unioneonline/L)

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