In Sardegna i dati più bassi d'Italia in quanto a terapie intensive Covid.

Per il terzo giorno consecutivo, secondo i numeri di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), la pressione su questi reparti nell'Isola si attesta al 9%, ben al di sotto del 25% della media italiana e lontano dal limite di saturazione del 30%.

In area non critica, cioè nei reparti di medicina, la percentuale di pazienti Covid è invece stabile al 13%, rispetto al 30% nel resto del Paese che resta però sotto la soglia limite del 40%. Meglio fa solo la Valle d'Aosta che segna un 6%.

NEL RESTO D'ITALIA - Sono attualmente 9 (nella rilevazione precedente erano 8) le regioni che si trovano sulla soglia critica del 30% (o superiore) dei posti letto in terapia intensiva occupati dai malati di coronavirus. Le situazioni più critiche sono quelle di Umbria (56%), Molise (49%) e la Provincia autonoma di Trento (47%). Seguono Abruzzo (40%), Friuli Venezia Giulia (35%), Marche (32%), Emilia Romagna (31%), Lombardia (31%), Provincia autonoma di Bolzano (31%) e Toscana (30%) .

A livello nazionale la media è del 25%, secondo Agenas, nel suo monitoraggio aggiornato a ieri.

Non sono invece lontane dalla soglia critica Piemonte (28%) e Puglia (29%), anche se quest'ultima è scesa dell'1% rispetto al precedente monitoraggio. Le situazioni migliori si hanno appunto in Sardegna e Basilicata (9%), Val d'Aosta (10%) e Veneto (11%).

Per quanto riguarda invece i reparti di area non critica, cioè malattie infettive, pneumologia e medicina generale, i letti occupati dai malati di Covid a livello nazionale sono il 30%, dunque sotto la soglia critica del 40%.

Le regioni in cui questo valore è stato superato sono Abruzzo (43%), Marche (49%), Molise (44%), Provincia autonoma di Bolzano (40%) e Umbria (52%), una in più rispetto al precedente monitoraggio. Vicino alla soglia di allerta Emilia Romagna e Lombardia, entrambe al 39%.

(Unioneonline/s.s.-D)
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