Prestazioni sessuali, denaro contante, oggetti preziosi, altri beni.

Era quanto - secondo quanto emerso dall'inchiesta della Dda di Salerno - gli indagati promettevano e consegnavano a Marco Petrini, magistrato, presidente di sezione della Corte d'Appello di Catanzaro e presidente della Commissione provinciale tributaria del capoluogo calabrese, in cambio del suo intervento "per ottenere, in processi penali, civili e in cause tributarie o sentenze o comunque provvedimenti favorevoli a terze persone concorrenti nel reato corruttivo".

Petrini ora si trova in carcere. Insieme a lui sono state arrestate altre sette persone, tra cui due avvocati, uno di Lamezia Terme (Catanzaro) l'altro di Locri (Reggio Calabria), di cui non è stata resa nota l'identità, un medico in pensione e un ex dirigente dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza.

Le ordinanze cautelari sono state emesse dal Gip salernitano ed eseguite dal personale del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Crotone, dello Scico e di altri reparti delle Fiamme gialle.

"In taluni casi i provvedimenti favorevoli richiesti al magistrato e da quest'ultimo promessi o assicurati erano diretti a vanificare, mediante assoluzioni o consistenti riduzioni di pena, sentenze di condanna pronunciate in primo grado dai tribunali del distretto, provvedimenti di misure di prevenzione, già definite in primo grado o sequestri patrimoniali in applicazione della normativa antimafia, nonché sentenze in cause civili e accertamenti tributari", si legge ancora nella nota stampa sull'indagine.

l magistrato avrebbe inoltre ricevuto favori sessuali da partecipanti donne al concorso per l'abilitazione alla professione di avvocato.

(Unioneonline/F)
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