Tante, troppe richieste a causa del coronavirus. E così, per entrare nella sezione M di matematica del Liceo scientifico Talete di Roma, nel quartiere Prati, al posto del precedente criterio basato sul merito è stato introdotto dal Consiglio di Istituto un metodo, diciamo così, "alternativo".

Il 70% dei 28 posti viene riservato ai ragazzi, il restante alle ragazze. Lo denuncia "con sconcerto" la presidente del I Municipio, Sabina Alfonsi, dove ha sede l'istituto, al centro di Roma.

"Ancora una volta le donne, le ragazze restano indietro. E questa volta - sostiene Alfonsi - è proprio la scuola che rischia di lasciarle a margine: di togliere opportunità, di farle partire già svantaggiate. La scuola, che invece è il cardine della parità, perché dovrebbe permettere a tutte e tutti di imparare partendo dalle stesse possibilità di misurarsi, di mettere alla prova le proprie capacità e di eccellere".

Sul caso interviene il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina: "L'episodio del Talete di Roma ha giustamente risollevato il dibattito, purtroppo sempre attuale, sulla carenza di studentesse che accedono agli studi scientifici. Siamo in contatto con l'Istituto e, anche con la collaborazione dell'Ufficio scolastico regionale, stiamo lavorando a una soluzione. Ne sono contenta. Abbiamo assolutamente bisogno di più ragazze che studino materie scientifiche. Dobbiamo attrarle in ogni modo".

"Siamo impegnati a rimuovere gli ostacoli al pieno e libero sviluppo di ogni giovane - le fa eco il viceministro dell'Istruzione, Anna Ascani - così come stabilito dalla nostra Costituzione. Non possiamo permettere che bambine e ragazze vengano penalizzate. Dobbiamo garantire uguali diritti a tutti. Continuerò a confrontarmi con l'Ufficio scolastico regionale affinché la situazione si risolva quanto prima".

A difesa della scuola scende invece in campo l'avvocato Caterina Flick, presidente dell'associazione Donne Giuriste Italia - Sezione di Roma (Adgi). Che spiega: "Tre posti per le femmine e dieci per i maschi. Letto così sembrerebbe un criterio viziato da una palese disparità di genere, ma è proprio questo il punto: nessuno è andato a verificare che, in realtà, i posti riservati (3/10) corrispondevano alle percentuali delle richieste (30% richieste di femmine, 70% richieste di maschi). La circolare del 22 maggio oggetto di critiche prevedeva diversi criteri di valutazione, da ultimo il criterio residuale 'tra coloro che risulteranno a parità di punteggio, in base ai posti rimanenti, si procederà al sorteggio, in modo proporzionale alla percentuale di domande di alunni maschi e femmine (Maschi 70%, Femmine 30%)".

(Unioneonline/D)
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