Dopo il caos di ieri in autostrada, con centinaia di ultrà di Napoli e Roma che si sono scontrati all’altezza di Arezzo, arriva il giro di vite del governo sulle tifoserie.

Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che da prefetto di Roma adottò diverse volte prescrizioni per vietare le trasferte alle tifoserie ritenute a rischio, chiederà all'Osservatorio sulle manifestazioni sportive di valutare con la massima severità i prossimi eventi in programma. Si rifletterà poi, fa sapere il sottosegretario Nicola Molteni, «se sarà necessario un inasprimento delle misure attualmente in vigore per distinguere il vero tifoso dal violento».

Nel corso degli anni c'è stato un progressivo ammorbidimento della stretta contro la violenza negli stadi seguita alla morte a Catania dell'ispettore capo della Polizia, Filippo Raciti, il 2 febbraio del 2007: dagli steward negli impianti alla tessera del tifoso, dal Daspo alle trasferte vietate. I dati sugli incidenti sono andati via via calando. Poi con la pandemia e gli stadi chiusi al pubblico, l'attenzione sul fenomeno è ulteriormente calata. L'Osservatorio nazionale, presieduto dal dirigente generale di Pubblica sicurezza Paolo Cortis, continua a riunirsi ogni settimana per valutare gli incontri più a rischio e predisporre adeguate misure di tutela.

Per il futuro si tornerà a valutare lo stop alle trasferte. Il sindacato di polizia Siulp lancia un appello a Piantedosi «affinché si valuti, urgentemente, la reintroduzione di tutti gli strumenti già sperimentati per prevenire queste forme di violenza. A partire dalla tessera del tifoso sino alle partite a porte chiuse per quelle squadre le cui tifoserie si evidenziano per violenza e intolleranza».

GLI SCONTRI – Ieri sono stati centinaia gli ultrà coinvolti con il traffico dell'A1 bloccato verso nord per 50 minuti all'altezza dell’area di servizio di Badia al Pino, vicino ad Arezzo, la stessa in cui l'11 novembre 2007 morì il supporter della Lazio Gabriele Sandri, ucciso dall'agente Luigi Spaccarotella. Protagonisti ultrà del Napoli e della Roma in trasferta al nord, i primi a Genova, i secondi a Milano.

Nella guerriglia è rimasto ferito un tifoso romanista che, in serata, ha fatto sapere la Questura di Arezzo, è stato arrestato per rissa aggravata.

L'incontro tra gli ultrà non sembra essere stato affatto casuale: c'è l'ipotesi che le due tifoserie si fossero date appuntamento, per antichi contrasti e ruggini. Una sorta di resa dei conti per l'odio che risale alla tragica morte del supporter napoletano Ciro Esposito, nel 2014 a Tor di Quinto, per mano di un ultrà romanista. Tifoserie che si è sempre cercato, almeno nelle frange estreme, di tenere a distanza. Oggi infatti, per timore di episodi violenti, l'autogrill Badia al Pino era presidiato e il servizio di ordine pubblico potenziato. Ma la resa dei conti c'è stata lo stesso, probabilmente premeditata e organizzata. 

Ora sono in corso le attività per individuare i violenti anche grazie alle immagini delle telecamere: un'ottantina di supporter napoletani sono stati subito identificati a Genova, dove si erano successivamente recati per vedere il match, e non si escludono arresti in flagranza differita. «La polizia - commenta il procuratore di Arezzo Roberto Rossi - sta attivamente lavorando per arrivare ad identificare quanto prima i responsabili di un atto che ha messo in pericolo la sicurezza della circolazione e causato un enorme disagio in un'arteria fondamentale per la nostra viabilità».

Pugno duro contro i violenti lo chiedono anche esponenti del governo. «Autostrada chiusa e viaggiatori italiani bloccati? Paghino tutti i danni di tasca loro, e mai più allo stadio», dice il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Per il responsabile dello Sport Andrea Abodi deve «pagare chi sbaglia e mi auguro succeda anche per i teppisti che si sono scontrati sull'A1».

(Unioneonline/D)

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