Gli "screenshot" delle giovani ex ospiti delle serate di Arcore, riunite in una chat da settembre 2014 e in cui parlavano di fare pressing per chiedere soldi a Berlusconi, non hanno "valenza" per il reato di corruzione in atti giudiziari, ma "possono al più e alla peggio" valere come un tentativo di "ricatto" ai danni dell'ex premier "parte offesa", che da parte dei pm "non si è mai voluto fare oggetto di accertamento".

Lo ha affermato nella sua arringa, al tribunale di Milano, l'avvocato Federico Cecconi, che difende il leader di Forza Italia nel processo Ruby Ter, spiegando che "vi è stata una non condivisibile in termine etici e probabilmente rilevante in termini penalistici forma di approfittamento" nei confronti del Cavaliere.

Per questo, ha aggiunto Cecconi, Berlusconi “deve essere assolto dall'accusa di corruzione in atti giudiziari” con la formula "perché il fatto non sussiste".

Il legale ha spiegato che Berlusconi è stato una sorta di "parte offesa" di tentativi di estorsione da parte di alcune delle cosiddette “olgettine”, ovvero le ragazze che partecipavano alle serate nella villa di Arcore, finite nel mirino della magistratura nell’inchiesta principale con al centro la giovane Karima El Marough.

Alla fine del 2013, ha chiarito la difesa, "da parte di alcune affiorano delle richieste legate alla minaccia, in caso contrario, di rendere dichiarazioni alla stampa" e poi, dopo il deposito delle motivazioni della sentenza Ruby bis, "minacce sul recarsi di fronte a magistrati o investigatori". Mai anche nei cosiddetti "files Guerra", o negli atti in generale, "c'è un riferimento ad accordi illeciti" con Berlusconi. Inoltre, ha sottolineato Cecconi, il leader azzurro già nell'ottobre 2012 nelle dichiarazioni spontanee nel processo Ruby aveva detto di aver aiutato le ragazze in difficoltà per la "vita e la carriera rovinate dall'impatto mediatico" della vicenda. 

(Unioneonline/l.f.)

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