Mani abilissime che col pane creano veri gioielli, identici a quelli veri di metalli preziosi. Sono quelle di Patrizia Daga, esperta di panificazione di Sestu, chiamata a Civitavecchia dalla Pro Loco locale, per realizzare pani uguali a gioielli etruschi, esposti nelle vetrine del Museo Archeologico della città. “È stato emozionantissimo”, racconta Patrizia, 72 anni. Una vera star del pane. Collaboratrice da anni della Pro Loco di Sestu, esperta nel pane “coccoi pintau”, le sue creazioni sono già comparse nella sfilata “Fatto a mano” di Dolce e Gabbana al Forte Village di Pula, e sia in Sardegna che a Civitavecchia ha tenuto dei corsi.

«Ho imparato da mia madre, si faceva il pane in casa, offrendolo volentieri a chiunque passava, perché la cosa importante era condividere, così come oggi condivido la mia passione», continua, «per non perdere una tradizione antica, speciale». A Civitavecchia il pane l’ha preparato davanti al pubblico: «Ero un po’ emozionata, all’inizio mi tremavano le mani, poi mi sono abituata». E in pochi minuti ha completato i suoi capolavori. Due gioielli e la maniglia di una brocca, pieni di dettagli.

«In realtà è una preparazione semplice, bastano acqua e semola, e poi uno spray con una sostanza per farli durare», spiega. «Abbiamo voluto creare un incontro tra arti antiche”, continua la presidente della Pro Loco di Civitavecchia Cristina Ciaffi, «i gioielli etruschi che risalgono a 2700 anni fa, ancora un’ispirazione per l'arte orafa moderna, mentre il pane Coccoi rappresenta un simbolo dell'identità culturale sarda. Patrizia era venuta a Civitavecchia lo scorso marzo per un corso. Proprio allora mi venne l’idea. Così abbiamo organizzato qualcosa di speciale, grazie anche alla lady chef Patrizia Manunza e alla disponibilità di Lara Anniboletti, Direttrice del Museo. La risposta del pubblico è stata entusiastica».

Dopo la preparazione in diretta del pane con una spiegazione della storia e della tradizione, il pubblico ha visto i gioielli sotto la guida di due esperti della civiltà etrusca, Francesco Di Gennaro e Alessandro Mandolesi. E poi, una degustazione a cura di Patrizia Manunza, sestese da anni a Civitavecchia, delle panadine sarde, per finire con i vini delle tenute Cossedda di Sestu e dell'azienda vitivinicola Tenuta Tre Cancelli di Cerveteri. «Patrizia Daga è una donna davvero speciale», continua Ciaffi, che ha curato anche la parte sui vini, «ha trasmesso tutta la passione, la pazienza e l'amore per quello che fa. Con le sue mani sapienti, ha ammaliato e conquistato tutti, e ce lo porteremo nel cuore, speriamo ritorni presto». Lei, modestamente, conclude: «Non ho chiesto nulla in cambio, anzi ho ringraziato perché per me è una gioia. Vorrei che tutti provassero a fare la pasta, il pane; è un’arte meravigliosa».

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