Raoul Bova querela Fabrizio Corona: «Illecita diffusione di dati personali» per fare soldi
Nuova iniziativa dell’attore dopo la denuncia per diffamazione presentata dall’avvocata (e sua ex suocera) Annamaria Bernardini de PaceRaoul Bova querela direttamente Fabrizio Corona per aver divulgato i messaggi privati tra l’attore e l’influencer 23enne Martina Ceretti. File che sarebbero stati inoltrati a Corona dal pr Federico Monzino, amico della giovane modella.
Dopo la denuncia per diffamazione presentata dall’avvocata (ed ex suocera di Bova) Annamaria Bernardini de Pace, arriva anche quella più grave per «illecita diffusione di dati personali». Un reato punito con una pena massima di tre anni di carcere. Nell’atto firmato dall’avvocato David Leggi si sottolinea l’incitamento dell’ex re dei paparazzi a far circolare i messaggi su Telegram, rimandando ai suoi canali social: «Condividetelo con i vostri amici raga, così normalizziamo un po’ questo “VIP”, che non sono più fighi di voi», scriveva.
Per il legale la finalità del profitto «appare innegabile»: i canali social di Corona sono a pagamento e ci sono anche le inserzioni pubblicitarie «che, come ovvio, legano il ritorno economico per “l’ospite” alle visualizzazioni dei contenuti dallo stesso pubblicati».
Corona, si legge ancora, «ha dato il via ad una diffusione virale dei contenuti illecitamente pubblicati, strumentalizzati a fini di scherno e di irrisione». C’erano dunque l’obiettivo di far soldi sulla vicenda e la volontà di danneggiare, le due condizioni che configurerebbero l’illecita diffusione di dati personali.
L'attore si era già rivolto all'avvocata divorzista dei vip, madre della sua ex moglie con la quale si lasciò nel 2013, per affrontare le nuove questioni relative all'affidamento dei figli avuti con la ex compagna Rocio Munoz Morales. In passato Bernardini De Pace seguì in prima persona l'iter che portò al divorzio di sua figlia Chiara Giordano, all'epoca sposata con Bova, definendo già in precedenza l'attore un «ex genero degenerato». Dodici anni dopo la separazione la situazione si è invertita: adesso è l'attore ad aver invocato l'intervento della divorzista affinché lo assista. «Oltre ai ricatti, nel momento in cui quelle chat e quegli audio sono stati diffusi vengono commessi altri reati, che hanno giustificato il nostro ricorso al Garante. Tutta questa storia è comunque una vicenda vergognosa, nella quale Raoul si è comportato da persona per bene, che ha deciso di denunciare anziché pagare come fa la maggior parte dei personaggi famosi allo scopo di difendere il danno reputazionale. Lui invece ha denunciato nonostante fosse consapevole di questo rischio», spiega Annamaria Bernardini De Pace.
(Unioneonline)