«Progettava un attentato in Italia», fermato un terrorista tunisino
Halmi Ben Mahmmoud Mselmi, 28 anni, lavorava saltuariamente come muratore. Si diceva «pronto al martirio»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un presunto jihadista tunisino è stato fermato dalla sezione antiterrorismo della Digos di Catanzaro assieme ai colleghi di Cosenza. L’uomo è indiziato di associazione di natura transnazionale con finalità di terrorismo, è ritenuto essere appartenente all’Isis.
Halmi Ben Mahmmoud Mselmi, 28 anni, si definiva «pronto al martirio» e si professava Salafita-Takfira. Era ricercato anche in Tunisia ed era determinato a compiere un atto terroristico in Italia.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Catanzaro e svolte con attività tecniche, intercettazioni ambientali e telefoniche, hanno consentito agli inquirenti di delineare l'esistenza ed operatività di una struttura criminale idonea a mettere in opera atti terroristici.
Il 28enne, secondo quanto emerso, avrebbe svolto attività di proselitismo ed indottrinamento finalizzata ad inculcare una visione positiva del martirio per la causa islamica e attività di addestramento militare il cui obiettivo era quello di sovvertire gli ordinamenti statuali, soprattutto quelli relativi a Stati ove la popolazione è a maggioranza musulmana, tendendo a creare strutture teocratiche, dove i vertici dispongono che le leggi siano di derivazione divina e che le stesse debbano essere rigidamente osservate.
L’uomo, residente a Cosenza dove lavorava saltuariamente come muratore, era monitorato dal novembre del 2023 ed era seguito anche quando dalla Calabria si spostava fuori regione.
Mselmi, secondo quanto emerso dalle indagini, si diceva “pronto al martirio” per colpire occidentali e israeliani. Faceva parte di un'organizzazione i cui componenti, una settantina, avevano prestato giuramento allo stato islamico e avevano in animo di unirsi alle truppe del Califfato in Siria.
«La personalità di questo soggetto - spiega Antonio Caliò, dirigente della Digos Distrettuale del capoluogo calabrese - è molto particolare. E si inserisce in un'indagine ancora più complessa e articolata basata su attività tecniche e di intercettazione. In particolare operava assiduamente in azioni di indottrinamento e proselitismo».
(Unioneonline)